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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Dopo il disastro diplomatico, arrivano le richieste di impeachment per Zelensky: ma in Italia quanti meriterebbero la stessa cosa, se non un giudizio immediato?

Da Conte a Draghi a Mattarella, giù giù fino alle responsabilità amministrative e politiche intermedie e locali, la gestione pandemica si è rivelata una catastrofe risoltasi in un lavacro annunciato: nessuno pagherà, per forza di cose e amor di potere spartito. Ma le colpe restano.

02 Marzo 2025

Mattarella Draghi

La mettessero come vogliono ma quel tipo tracagnotto in felpa che da tre anni gira il mondo a dire “che ne è della mia parte” è uscito distrutto da un vertice affrontato con leggerezza imperdonabile, mai visto uno pretendere aiuto da tutti con simile tracotanza. A questo punto fioccano le richieste di impeachment, che lasciano il tempo che trovano ma qualcosa vogliono dire, se non altro che il tirannello è nudo con la sua ortodossia repressiva. La prima richiesta esplicita all'intrattenitore Zelensky la muove un ex deputato e compagno di partito Oleksandr Dubinsky, espulso e 4 anni fa e quindi spedito in galera. Questo Dubinsky sarà pure coinvolto in trame di spionaggi e controspionaggi alla Le Carrè, ma dice il vero quando denuncia l'involuzione democratica in Ucraina, la paranoia crescente unita alla voracità affaristica di guerra di Zelensky: che verrà messo davvero sotto accusa pare improbabile, il giudizio resta politico e in questi casi si risolve di solito in un esilio dorato dove chi ha fallito non potrà più far danni. I giudizi poi da chi ha voglia di trarli, a me venivano solo in mente fantasie forse morbose, forse rassegnate sui nostri meritevoli di impeachment per il disastro sanitario, per la torsione repressiva di questi 5 anni che non sono mai finiti, che non finiranno mai. Il politico di laboratorio Conte, lo ricordate in fregola mentre annunciava le sue misure nordcoreane in un delirio personalistico, “io ho deciso”, “io ho stabilito”? Ed era un disastro annunciato sul quale si sarebbe inserito il banchiere d'affari Draghi con le sue menzogne letali, “non ti vaccini, ti ammali, muori e fai morire” quando era l'esatto contrario, più ti vaccini e più ti uccidi e contagi altri. E che dire del Mattarella che tutto sovrastava, blindava e predicava: “Non si invochi la libertà per non vaccinarsi”? Frase agghiacciante, meritevole di giudizio immediato, altro che richieste di rimozione. Ma il potere del monarca repubblicano è tale che nessuno si è azzardato, tutti genuflessi nel modo grottesco proprio di Benigni, ci son di quegli esegeti di regime che quando li senti ringrazi la tua porca vita di disgrazie e malattie vaccinali pur di non essere ridotto al loro livello: viscidi, servili già da quella voce bavosa, il Colle sempre infallibile, provvidente, equidistante, saggio, obiettivo. Saggio uno che pratica la reductio ad hitlerum di Putin, qualcosa che può dire un commentatore sopra le righe o un habitué da bar, ma non un capo di Stato? Eppure sono riusciti a spiegare che, sì, forse aveva esagerato ma in fondo non aveva esagerato, era tutto perfettamente equilibrato essendo questo ex democristiano di seconda fila il Verbo incarnato.

A chiedere l'impeachment per Mattarella fu, “in un altro momento”, il solo Gigino di Maio nella sua stagione grillesca: subito rinnegatosi, entrato nella manica di Draghi tradendo Conte, ne è stato premiato con una sinecura dorata nel Golfo Persico che continua a vita così come a vita i lacché sognano, predicano il mandato di Mattarella in barba a qualsiasi dettato costituzionale.

Di impeachment, tradotto alle spicce con levatevi dai coglioni, quanti se ne vogliono: sprecato, insufficiente quello di Speranza, ma è un fatto che la tragedia nell'immensa tragedia del regime pandemico è stata la scoperta o conferma, desolante, di un sistema politico di tutti impresentabili, nessuno escluso. Le facce peggio che grandguignolesche del potere care a Pasolini, facce orrende di anime orrende, malavitosa gente di potere e sottopotere determinata a distruggere, che metteva nel conto la strage infinita, come poi si è verificata, per una stecca in più sulle mascherine, sulle somministrazioni, sui tamponi, la pandemia non solo occasione per una nuova dittatura comunista come sognava Speranza ma, nell'immediato, per arricchirsi, per rubare sulla pelle della plebe ridotta a cavie. Da impeachment, da rimozione forzata non dovrebbero andare esenti i farabutti dell'Unione che da 30 anni si dannano a escogitare soluzioni punitive di stampo criminale per la fascia europea mediterranea, Italia su tutti. Sono le Ursula ad avere negoziato i vaccini tossici e le illusioni tossiche per l'Ucraina; sono, ancora una volta, tutti i burocrati corrosi dei falansteri bruxellese e strasburghese, nessuno escluso, a meritare non una Norimberga ma un plotone d'esecuzione. Inetti ma ladroneschi senza requie e senza vergogna. Adesso inghiottiti dalle loro stesse sabbie mobili dopo che negli ultimi due decenni hanno predicato e praticato la falcidie umana e sociale con pretesti ambientalistici. Quel Timmermans che per salvare il pianeta, ossia riportarlo alla sua natura primordiale, poteva teorizzare la scomparsa della popolazione! Le menzogne delinquenziali di stampo sanitario e climatico, le imposizioni totalitarie sull'auto elettrica improponibile, il dirigismo moralistico di stampo woke importato dall'America obama-bidenesca, altro individuo fatto fuori non da meritorie rese dei conti politiche ma dal suo decadimento mentale, ogni tanto una soddisfazione in forma di Nemesi. Oggi piaccia non piaccia Trump scuote il mondo col suo iperattivismo frenetico, anche preoccupante perché è impossibile capire dove vada a parare, ma l'Unione Europa come sempre sa solo concepire “pacchetti” burocratici destinati ad entrare in vigore in un arco venti, trentennale: roba da matti del manicomio, tanto più se si considera che l'ultimo, annunciato dal degno Dombrovskis, chiamato “Pacchetto Omnibus”, servirebbe a correggere le bestialità del precedente, detto “Tassonomia verde”, che praticamente annientava l'industria europea imbrigliandola in migliaia di adempimenti psicopatici: “Questo è un po' un problema che stiamo cercando di risolvere”. Un po'? Dice quest'altro mattoide messo a commissario economico che così si risparmieranno da sei a sette miliardi; come dire che l'Unione non si era fatta scrupolo di imporre ai suoi cittadini perdite abissali per il puro gusto di infliggerle.

Ma chiedere l'impeachment per gente nominata inter eos, che a nessuno risponde e che in caso di elezioni non esita a mantenersi nella coalizione dei perdenti, è inutile. L'unica speranza è il cedimento strutturale, per effetto domino seguito alle sparate di Trump che nessuno può dire se siano benvenute o in prospettiva catstrofiche. Ma tutto pur che questa congrega di balordi si dissolva, con buona pace dei populisti utilitaristici alla Michele Serra.

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