25 Febbraio 2025
Santanché e Nordio, fonte: imagoeconomica
Alla Camera va in scena la discussione sulla doppia mozione di sfiducia per i ministri Nordio e Santanché. Il primo per il caso Almasri, la seconda per il caso del rinvio a giudizio per falso in bilancio nell'inchiesta sulla società Visibilia. Per entrambi l'opposizione preme e chiede le dimissioni. Il guardasigilli ha riferito sul caso del generale libico scarcerato, e per lui il voto arriverà nei prossimi giorni, mentre per Santanché si tratta della terza audizione e questo pomeriggio arriverà anche il voto. La mozione di sfiducia per la titolare del Turismo è stata presentata dal M5s, poi sottoscritta da Pd, Avs e Italia viva. Azione pur non avendo aderito ha sostenuto che voterà a favore.
Nella mattina è toccata alla mozione di sfiducia per il ministro Nordio. In aula era presente anche il ministro degli Interni Piantedosi. Iscritti a parlare solo parlamentari delle opposizioni, nessuno appartenente alla maggioranza. A inizio seduta presenti solo 10 deputati di FdI, 1 di Forza Italia e nessuno della Lega. Il ministro della Giustizia ha dichiarato che risponderà in aula "più avanti". Nel pomeriggio la seduta per la mozione nei confronti di Daniela Santanchè.
La mozione "ha per oggetto fatti che, se saranno evidenziati, sono antecedenti al mio giuramento da ministro", dice in Aula la ministra. "Desidero affrontare con la massima trasparenza le questioni sollevate, ribadendo il mio impegno verso le istituzioni, il mio giuramento prestato nelle mani del Presidente della Repubblica il 22 ottobre del 2022, il rispetto per la magistratura, ma anche per i principi fondamentali del nostro ordinamento". "In quest'aula sembra che si possa raccontare la qualunque senza nemmeno approfondire cioè che dovrebbe essere evidente a ogni parlamentare. Credo che la gogna mediatica e le paginate sui giornali devastino ancora prima del processo la vita delle persone con cicatrici che non si rimarginano. L'ergastolo mediatico è una condanna che rimarrà tutta la vita da 'fine pena mai" dice Santanchè nella replica. "A breve ci sarà un'altra udienza preliminare e finora abbiamo solo sentito l'accusa. In quell'occasione farò una riflessione, per poter anche valutare le mie dimissioni. Ma la farò da sola, non avrò alcun tipo di pressione, costrizione o di paventati ricatti", ha affermato la ministra.
Durante l'intervento di Santanchè le opposizioni hanno rumoreggiato in segno di protesta durante un passaggio del suo discorso, mentre dalla maggioranza si sono levati applausi per la ministra. Diverse le presenze sui banchi del governo: i ministri Foti, Ciriani, Calderoli, Abodi, Bernini e Roccella.
Il leader del M5S Giuseppe Conte ha preso la parola alla Camera, attaccando la ministra e la premier Meloni. “Lei, ministra, non è la responsabile di questa vicenda, la responsabile è sopra di lei, è Giorgia Meloni, che avrebbe dovuto farla dimettere. Perché Meloni oggi mette a rischio il prestigio delle istituzioni e l’immagine dell’Italia nel mondo. Ci sono solo due possibili spiegazioni: o lei, ministra, ricatta la presidente del Consiglio, e questo è un fatto gravissimo, oppure il partito Fratelli d’Italia, il cui motto per anni è stato legge e ordine, oggi si è inebriato del potere. Vi sentite casta intoccabile, completamente intolleranti a qualsiasi legge morale, come nel caso Delmastro. Io avrei poco da dirle perché quando c’è un presidente del Consiglio che disonora le istituzioni e si mostra indisciplinato in una situazione del genere, il suo disonore e la sua indisciplina ha un rilievo secondario”.
Elly Schlein, leader del Pd ha definito Daniela Santanchè "Ministra del falso e non del Turismo", per poi criticare la premier: “Meloni l’ha voluta alla guida del ministero, ma oggi fa finta di non conoscerla, ha scaricato lei e i suoi dipendenti. Si è accorta di aver fatto un grave errore, ma non sa rimediare, non riesce a farla dimettere”.
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