31 Gennaio 2025
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La Corte d’appello di Roma ha respinto i trattenimenti dei 43 migranti rinchiusi nei centri di permanenza e rimpatrio voluti da Giorgia Meloni. I migranti dovranno quindi essere liberati e riportati in Italia, mentre gli atti saranno inviati alla Corte di Giustizia Europea che dovrebbe pronunciarsi sulla questione il prossimo 25 febbraio.
“Il giudizio – hanno scritto i giudici - va sospeso nelle more della decisione della Corte di Giustizia. Poiché per effetto della sospensione è impossibile osservare il termine di quarantotto ore previsto per la convalida, deve necessariamente essere disposta la liberazione del trattenuto, così come ha ripetutamente affermato la Corte Costituzionale in casi analoghi”.
Nel centro di Gjader, una frazione del comune di Lezhë nell’entroterra albanese, erano rimasti 43 migranti dei 49 arrivati martedì 28 gennaio scorso, dopo che sei di loro erano stati riportati in Italia perché minorenni o in situazione di vulnerabilità, di conseguenza non potevano essere sottoposti alla procedura accelerata di frontiera.
Le udienze per la convalida del trattenimento erano iniziate questa mattina per rispettare i tempi ristretti d’esame di ogni singolo caso. I migranti infatti erano arrivati nel centro martedì 28 di mattina, entro 48 ore – e cioè entro giovedì 30 – la domanda doveva essere esaminata e ntro altre 48 ore avrebbe dovuto essere convalidato il fermo amministrativo.
Le udienze si sono tenute in video conferenza con i richiedenti asilo accompagnati dai loro avvocati, alla presenza di sei magistrati della Corte d’appello di Roma che erano stati scelti dalla sezione immigrazione del tribunale civile, gli stessi giudici che il governo aveva esautorato modificando il codice di procedure penale per assicurarsi le decisioni dei giudici considerati meno politicizzati sulla questione migranti.
La Commissione territoriale per l’esame delle domande d’asilo aveva comunque rigettato le istanze di tutti i 49 migranti perché ritenute “manifestamente infondate”. Adesso i loro avvocati hanno a disposizione 7 giorni per fare ricorso.
È la terza volta che i giudici non convalidano il trattenimento dei richiedenti asilo che il governo di Giorgia Meloni ha voluto mandare in Albania. La prima volta, il 18 ottobre 2024, 12 richiedenti asilo bengalesi ed egiziani avevano negato la convalida del trattenimento nel cpr per l’impossibilità di riconoscere come paesi sicuri gli Stati di origine dei migranti trattenuti.
La seconda volta, l’11 novembre 2024, erano stati sette i richiedenti asilo coinvolti dopo che il governo si era premurato di ridefinire la lista dei Paesi sicuri, ovvero quegli Stati in cui i richiedenti asilo possono essere rimpatriati perché la loro vita non sarebbe messa a rischio.
Anche in quel caso, nonostante l’intervento del governo, i magistrati avevano sospeso il trattenimento e rinviato il giudizio alla Corte europea di Giustizia che adesso dovrebbe pronunciarsi sulla vicenda il prossimo 25 febbraio.
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