27 Gennaio 2025
Meloni, fonte: imagoeconomica
Sono d’accordo con Liliana Segre: “Il ricordo della Shoah è sempre”. Anzi, aggiungerei “deve”: il ricordo della Shoah deve essere per sempre. L’aspetto rivoltante di un genocidio – almeno per la mia sensibilità individuale e al di là delle modalità di attuazione – è l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, senza distinzione alcuna tra i suoi membri. Strage barbarica per eccellenza, residuo della brutalità bestiale del branco di animali che attacca un branco di propri simili.
Giusto, anzi doveroso, non dimenticare mai che l’essere umano è capace di commettere le peggiori atrocità.
Sbagliato, anzi inammissibile, dimenticare – proprio nel giorno della memoria di un genocidio – che a Gaza l’esercito israeliano ha compiuto azioni vergognose.
A cosa serve ricordare l’orrore, stigmatizzarlo, se poi si volta la testa dall’altra parte quando l’orrore si manifesta di nuovo?
L’ipocrisia di Giorgia Meloni è comprensibile: asseconda la volontà degli americani. Comprensibile, ma non giustificabile.
Non è né giusto né costruttivo sottilizzare: il male (l’orrore, la brutalità bestiale) si ripresenta – come tutto del resto – sotto diverse forme, in diversi contesti. Ma non menzionare mai, neppure lontano dai microfoni, le responsabilità di Benjamin Netanyahu è l’ennesima prova dell’ipocrisia dell’Occidente.
Cresce l’antisemitismo: perché?
No, non cadrò nel tranello. Non farò due più due e inviterò Liliana Segre a rispondermi, come ha fatto (a mio avviso ingenuamente) l’Ambasciatrice Elena Basile prendendosi una querela.
Nel frattempo, Donald Trump, che io continuo a detestare nonostante sotto sotto gioisca per alcune sue decisioni, invita Egitto e Giordania ad accogliere i palestinesi di Gaza.
A questo punto, non vedo alcun serio motivo ostativo alla deportazione dei palestinesi nella Groenlandia, prossimo (51°) Stato americano!
Il delirio di onnipotenza dell’uomo che è convinto di essere stato investito da Dio è totale: non capisce che la grandezza, la nobiltà del popolo palestinese sta nell’avere combattuto per quasi un secolo per difendere la propria terra, generazione dopo generazione.
Voglio essere molto chiaro: il giorno della memoria non è il giorno del vittimismo. Occorre ricordare perché il passato non si ripeta. Invece il passato si ripete, si ripresenta e proprio nel giorno che dovrebbe servire da memento si tace, codardamente, per assecondare i peggiori sionisti.
Verrà un giorno in cui qualcuno pronuncerà queste parole: “Gaza, un crimine ad opera di Benjamin Netanyahu con il Governo italiano connivente”.
di Alfredo Tocchi, Il Giornale d’Italia, 27 gennaio 2025
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