01 Agosto 2024
Giovanni Toti, l'ex presidente della Regione Liguria dimessosi venerdì e arrestato il 7 maggio scorso nell'ambito di una maxi inchiesta per corruzione, è tornato libero. Questa mattina, giovedì 1 agosto, la pm Paola Faggioni ha accolto le richieste di revoca degli arresti domiciliari presentate lunedì dall'avvocato Stefano Savi, approvate anche dalla procura.
Proprio ieri era stato trovato l’accordo tra il suo vice ora Presidente ad interim della regione, il leghista Alessandro Piana, e la presidente della Corte d’Appello di Genova Elisabetta Vidali, individuando la data per le elezioni anticipate al 27 e 28 ottobre, anche se il Governo sta valutando sempre più come concreta la possibilità di varare un decreto per un election day a novembre, allo scopo di accorpare le elezioni delle tre regioni al voto, Liguria, Emilia-Romagna e Umbria. Nel frattempo, Toti è stato agli arresti domiciliari nella sua residenza di Ameglia, in provincia della Spezia, per un totale di 86 giorni. In precedenza, la gip aveva respinto due volte la richiesta di revoca degli arresti, sottolineando la possibilità che Toti potesse "reiterare analoghe condotte", come si legge nel provvedimento, data la sua continua presenza nelle stesse funzioni e cariche pubbliche, oltre ad aver già avviato la raccolta fondi per la successiva campagna elettorale. Dopo le dimissioni però, per gli inquirenti non ci sarebbe più il rischio di reiterazione del reato: del resto, il Tribunale del Riesame aveva già evidenziato come fosse venuto meno il rischio di inquinamento probatorio da parte dell'indagato Giovanni Toti, a seguito delle sue dimissioni da Presidente della Giunta regionale con una letterea di rinuncia all'incarico, venerdì 26 luglio. "Il ricatto si è compiuto: hai finalmente dato le dimissioni e allora puoi essere di nuovo libero", ha commentato il professore, opinionista e filosofo genovese Paolo Aureliano Becchi, "la chiamano giustizia, ma io non vedo dove ci sia giustizia quando c'è di mezzo un ricatto", prosegue. Nella giornata di ieri era arrivato il nulla osta da parte della Procura di Genova e la decisione era stata rimessa alla giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni. Semrpre ieri, il presidente facente funzione Piana, in visita a Borghetto D’Arroscia per l’avvio dei lavori di potenziamento dell’acquedotto locale, aveva dichiarato "Fa pensare una disposizione di questo tipo che viene data a seguito delle dimissioni, non vorrei che d’ora in avanti questo fosse un modus operandi per sovvertire quella che è la volontà di un voto popolare che potrebbe riguardare domani qualsiasi Governatore, qualsiasi sindaco ed amministratore che venisse votato dai cittadini per ricoprire un determinato ruolo", aveva commentato.
Il primo arresto era avvenuto il 7 maggio per corruzione, mentre il secondo, il 18 luglio, riguardava un'accusa di finanziamento illecito che coinvolgeva, tra le altre, anche il noto marchio Esselunga. Adesso, la giudice dovrà decidere se accogliere la richiesta della procura per un giudizio immediato, con l'ipotesi di avvio del processo in autunno. In merito, l'avvocato Stefano Savi ha commentato: "È stata riconosciuta come opportuna la revoca, chiudendo così la fase della misura cautelare. Ora ci prepariamo al processo in libertà. È un giorno positivo che non cancella quanto successo, ma segna la fine della privazione della libertà. Siamo soddisfatti, il provvedimento riflette la verità dei fatti e la necessità della revoca". Subito dopo la decisione della giudice, l'assessore regionale Giacomo Giampedrone, stretto collaboratore di Toti, ha deciso di recarsi presso l'abitazione dell'ex governatore ligure per un primo incontro dopo la fine degli arresti domiciliari, non appena ricevuta la notifica ufficiale.
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