27 Marzo 2024
Virginia Raggi (fonte foto Lapresse)
Alle prossime europee non ci sarà Virginia Raggi. L'ex sindaco di Roma che puntava verso Bruxelles per rilanciarsi, dovrà rinunciare al suo sogno. Raggi è stata azzoppata dallo stesso M5S del quale fa parte e non potrà presentare la propria autocandiatura per le regole del movimento. Chi vuole candidarsi infatti, "non deve ricoprire attualmente una carica elettiva, salvo che la stessa non abbia scadenza nell’anno 2024 o che si tratti di consigliere comunale, circoscrizionale o municipale in carica indipendentemente dalla scadenza del suo mandato; non deve avere svolto due mandati; è escluso dal conteggio del limite dei due mandati elettivi un mandato da consigliere comunale, circoscrizionale o municipale, in qualunque momento svolto".
Virginia Raggi è dunque esclusa perché fa la consigliera comunale a Roma. L'ex sindaco della città capitolina rientra nella prima eccezione ma non nella seconda, in quanto sta svolgendo un terzo mandato (due da consigliera comunale, uno da prima cittadina). E dunque una sua ipotetica elezione in Europa prefigurerebbe la fattispecie - vietata dai grillini - di un quarto mandato.
Sembra dunque andare in picchiata la carriera di Raggi, divenuta sindaco giovanissima e adesso osteggiata dal suo stesso partito. Dal Movimento fanno sapere che "se in futuro dovessero mai esserci delle deroghe alla regola del secondo mandato, e non è detto, le annunceremmo con la dovuta importanza, non le nasconderemmo con qualche codicillo". I pentastellati oggi, escludono qualsiasi deroga in suo favore.
E così il Movimento si trova a dover puntare su frangie della galassia pacifista e candidati uscenti. Non una bella prospettiva. Nel nuovo regolamento dei pentastellati c'è anche scritto che per autocandidarsi vengono richiesti i documenti che attestino "contributi, prestazioni, controprestazioni o altre utilità percepiti di valore complessivo superiore a 5000 euro in ragione d’anno erogati, direttamente o indirettamente da governi o da enti pubblici di Stati esteri o da persone fisiche o giuridiche aventi sede in uno Stato estero".
Ma non solo: i candidati alle Europee dovranno, inoltre, "dichiarare un livello di conoscenza, sia scritto che parlato, di una delle lingue straniere maggiormente utilizzate nell’ambito dei rapporti all’interno del Parlamento europeo". Competenze, queste, che potranno essere oggetto di «un colloquio teso a verificare la veridicità delle dichiarazioni rese", scrivono i 5 stelle.
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