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Michele Santoro e i suoi sospetti riguardo i presunti colpevoli dell'attentato terroristico a Mosca "Io sono allibito dal fatto che un giornalista, anche autorevole, prenda una sola fonte, che è quella ucraina, e dia per certo che quello che dice sia vero"

Nei giorni in cui sta lanciando il suo movimento politico per le Europee, Santoro si mette a muso duro contro la stampa mainstream e difende Putin

26 Marzo 2024

Michele Santoro non nasconde i suoi sospetti riguardo i presunti colpevoli dell'attentato terroristico a Mosca

Qualcuno una volta definì Michele Santoro il baobab del giornalismo italiano, a ben vedere inquadrando perfettamente la grandezza del professionista.

Il volto di Servizio Pubblico è il "creatore" di un quantitativo innumerevole di giornalisti e opinionisti che quotidianamente vediamo in televisione o leggiamo sui quotidiani. Da Travaglio a Formigli, dalla Jebreal alla Costamagna, li ha scoperti e lanciati tutti lui nel mondo dei big mediatici.

Purtroppo però, come fu per Timone D'Atene, Michele è rimasto solo nelle sue battaglie, ma questo fa parte del gioco e lui non è certo uno che si tira indietro.

Dopo anni di titubanza, alla fine ha deciso di raccogliere la sfida elettorale e cimentarsi in prima persona sul ring, presentando il suo movimento, Pace Terra Dignità, che ha un nome non proprio accattivante e probabilmente prenderà due voti in croce, ma almeno è un segnale che qualcosa si sta "ribellando" al sistema.

Così, nel pieno della sua lotta politica, ospite a L'Aria Che Tira, in uno scontro verbale con il collega del Corsera, Lorenzo Cremonesi, Santoro ha detto ciò che tutti pensano ma che non si può dire, ovvero "Io sono allibito dal fatto che un giornalista, anche autorevole, prenda una sola fonte, che è quella ucraina, e dia per certo che quello che dice sia vero. Ma come fa ad avere questa certezza?".

Il momento "epico", però, è stato quando ha zittito un Parenzo che cercava in ogni modo di metterlo in difficoltà con la solita storiella della democrazia e bla bla bla, piazzandogli un gancio intellettuale da libri di storia "No, Putin non è un mostro e non sempre le cose che dice sono balle. Tieniti Zelensky come democratico, visto che lì le elezioni non si fanno, gli oppositori non possono parlare altrimenti vengono schiacciati in tutti i modi. Ma scusate, che descrizione fate dell’Ucraina, di un mondo perfetto dove regna la democrazia?".

Queste le premesse da cui parte la battaglia politica di Michele Santoro, prendere o lasciare, una specie di pillola rossa o pillola blu di Matrix, ovvero scegliere tra dormire sonni tranquilli coccolati dall'informazione mainstream, o ascoltare la voce del dissenso.

Di Aldo Luigi Mancusi

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