29 Febbraio 2024
Fonte foto: Imagoeconomica.it
Il centrodestra sembra aver trovato un'intesa per quanto riguarda le ricandidature dei governatori uscenti per le elezioni regionali del 2024. Attraverso un comunicato, i partiti alleati hanno spiegato che verranno riconfermati solo i governatori più meritevoli, coloro che, secondo i vertici, hanno fatto un buon lavoro nei 5 anni a loro disposizione durante il mandato.
"I presidenti di Basilicata, Piemonte ed Umbria che hanno ben governato saranno i candidati di tutto il centrodestra unito ai prossimi appuntamenti elettorali regionali. Si tratta della conferma del Presidente Vito Bardi per la Lucania, del presidente Alberto Cirio per il Piemonte e della Presidente Donatella Tesei per l'Umbria": così una nota congiunta di Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e UDC.
Ora per il centrodestra sarà fondamentale mantenere un fronte unito e lavorare insieme per evitare che in Abruzzo si ripeta la delusione sarda, cercando di minimizzare le polemiche e gli scontri tra gli alleati. Dopo 48 ore di incertezza e intense discussioni, infatti, è stata raggiunta l'intesa.
"Qualcosa è andato storto", ha ammesso la premier Giorgia Meloni pochi minuti prima della pubblicazione della nota, sottolineando che l'esito delle Regionali in Sardegna sarà uno stimolo a fare sempre meglio. Tuttavia, durante la giornata, il nervosismo tra gli alleati era palpabile. In seguito all'accordo, diverse fonti parlano di una sorta di "tregua armata" tra i leader. Secondo indiscrezioni dell'ultimo momento, si sta anche valutando l'ipotesi di proporre un nome alternativo a Luca Zaia per la leadership del Veneto l'anno prossimo, almeno per placare la disputa sul terzo mandato.
La giornata di ieri, però, è stata segnata da altri continui scontri, soprattutto tra Lega e FdI, in particolare tra Salvini e il titolare della Difesa Guido Crosetto riguardo al caso Vannacci. E ora, mentre gli attuali dirigenti sono al sicuro, l'attenzione si sposta sull'Abruzzo. La sconfitta in Sardegna è stata difficile da digerire, e tra i partiti di maggioranza persistono le tensioni di una partita che, almeno secondo l'ammissione di Arianna Meloni, è stata avviata "in ritardo" e che si riflette, in modo sottotraccia, in piccoli screzi parlamentari.
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