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Santanchè, pm di Milano chiedono fallimento Ki Group-Bioera: "Condizioni di accessibilità al concordato non rispettate"

I pm hanno sottolineato che, considerando la situazione economica di Bioera, la società non sarebbe in grado di sostenere il peso finanziario del piano di salvataggio proposto dalla Ki Group

20 Settembre 2023

Inchiesta Visibilia, "Firma falsa di Santanché per avere atti fascicolo"; indagato avvocato, Ministro è parte offesa

Nuovi guai si profilano all'orizzonte per la ministra Daniela Santanchè, con ulteriori complicazioni che emergono dalla vicenda legata alla società Bioera. A distanza di tre mesi e mezzo dalla sua audizione al Senato, la ministra si trova ad affrontare una situazione legale sempre più intricata.

Santanchè, pm di Milano chiedono fallimento Ki Group-Bioera: "Condizioni di accessibilità al concordato non rispettate"

I pubblici ministeri di Milano, Luigi Luzzi e Giuseppina Gravina, hanno emesso un responso negativo sulla richiesta di concordato semplificato presentata dalla Ki Group. Quest'ultima è stata, in passato, un gioiello nel settore biologico ed è stata gestita da Canio Mazzaro, ex compagno della ministra Santanchè, e da Daniela Santanchè stessa. Il piano di salvataggio proposto dalla Ki Group, nei mesi precedenti, è stato giudicato "inattuabile" dai magistrati, principalmente a causa delle difficoltà finanziarie di Bioera.

I pubblici ministeri hanno sottolineato che, considerando la fragile situazione economica di Bioera, la società non sarebbe in grado di sostenere il peso finanziario del piano di salvataggio proposto dalla Ki Group. La conclusione dei magistrati mette in evidenza l'inadeguatezza del piano proposto e la sua non fattibilità in relazione alle garanzie fornite per garantire la liquidazione. 

Il tentativo di Canio Mazzaro, padre del figlio della ministra Santanchè, Lorenzo, di replicare un piano di salvataggio simile a quello tentato da Ruffino, l'azionista di riferimento di Visibilia che si è tragicamente suicidato nei mesi scorsi, è stato giudicato irrealizzabile dai magistrati. Questo, in parte, è dovuto all'assenza di garanzie credibili. Sempre la procura ha dichiarato che sembrerebbe che "la parte ricorrente non abbia presentato un'analisi dettagliata dei costi e dei ricavi previsti" per la continuazione dell'attività di prestito come indicato nel piano di concordato. Questo, secondo i pm, era volto a prevenire "un detrimento della posizione dei creditori" durante il periodo precedente alla cessione dell'intero patrimonio aziendale.

Davide Carbone, l'avvocato che rappresenta i dipendenti ancora in attesa del pagamento del TFR (Trattamento di Fine Rapporto), ha coinvolto la ministra Santanchè e le sue dichiarazioni al Senato nella vicenda. Ha dichiarato: "Il documento depositato dalla procura con richiesta di fallimento delle tre società dimostra che le parole del ministro al Senato, riguardo al pagamento totale dei creditori e dei dipendenti, sono rimaste solo vuote promesse: un esercizio sterile della lingua italiana. In pratica, il fallimento comporterà che i debiti verso i dipendenti saranno saldati dall'INPS e quindi dai cittadini italiani".

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