26 Luglio 2023
La proposta di legge sul salario minimo presentata dalle opposizioni sarà discussa direttamente nell'Aula di Montecitorio giovedì. Nella Commissione Lavoro alla Camera, il presidente Valter Rizzetto di Fratelli d'Italia ha suggerito di non votare gli emendamenti presentati, inclusa la proposta completamente soppressiva del centro-destra. Una volta che il testo arriverà in Aula giovedì, secondo quanto spiegato dal centro-destra, dovrebbe essere presentata una proposta di sospensione per un paio di mesi, seguendo l'esempio di quanto accaduto per il Mes, che verrebbe votata la prossima settimana. Di conseguenza, la discussione sarebbe rinviata all'autunno.
Nel frattempo, si sta delineando un'apertura nella maggioranza sulla questione. "Abbiamo bisogno di adeguare tutte le retribuzioni agli standard della contrattazione nazionale", afferma un esponente di Forza Italia, sparigliando le carte sul tavolo. La premier Giorgia Meloni fa dietrofront e Forza Italia entra in campo con una proposta per adeguare tutte le retribuzioni agli standard della contrattazione nazionale. Nelle stesse ore, la maggioranza al Senato ha respinto una mozione del M5S che ne chiedeva l'introduzione e contemporaneamente ha approvato un ordine del giorno firmato dai capigruppo del centro-destra, che impegna il governo a individuare "gli strumenti più appropriati, anche al di là della soluzione del salario minimo", riconoscendo che la questione è solo una parte di un problema più ampio.
Secondo un recente sondaggio, il 70% degli italiani è favorevole all'introduzione di un salario minimo di legge, uno studio condotto da Noto Sondaggi e commissionato da Repubblica. Questo rappresenta un aumento del 6% rispetto a un'analisi simile condotta 20 giorni fa. Notevolmente, la misura ha ora raccolto il sostegno anche dai votanti del centro-destra, nonostante le posizioni contrarie dei loro leader di partito. Il sondaggio rivela che il 62% degli elettori di Forza Italia e il 60% degli elettori di Lega e Fratelli d'Italia sono a favore di un salario minimo. Allo stesso modo, la percentuale è del 60% anche tra gli elettori di Italia Viva, un partito all'interno dell'opposizione che si oppone alla soglia legale.
Una mozione della maggioranza è stata approvata, esortando il governo a "monitorare l'applicazione dei contratti collettivi di lavoro" e a "evitare qualsiasi intervento che spinga al ribasso i salari medio-bassi". Questo suggerisce che potrebbero esserci alcuni progressi sulla questione. La premier Meloni ha dichiarato: "Il salario minimo è un bel titolo, funziona molto bene come slogan, ma nella sua applicazione rischia di creare problemi. Per questo motivo è necessario un confronto, anche con l'opposizione". Arriva la replica tagliente della segretaria del Pd, Elly Schlein: "Faccio fatica a capire come si possa definire uno slogan la condizione in cui si trovano circa 3 milioni e mezzo di lavoratori poveri. È una emergenza del Paese".
Giorgia Meloni ha risposto alla critica dell'opposizione, affermando: "Sono incuriosita da un'opposizione che, dopo aver governato per circa dieci anni, scopre ora che in Italia c'è un problema di salari e precarietà e lo attribuisce a un governo che è in carica da nove mesi".
Riguardo alle accuse di posticipare le decisioni, Meloni ha risposto: "Non stiamo rimandando alcuna posizione. Hanno chiesto un confronto e per confrontarsi serve tempo, ma poi si sa: come si fa si sbaglia". Si riferiva alla lotta in corso tra maggioranza e opposizione. Al centro di questa battaglia c'è l'emendamento soppressivo presentato in Commissione, che potrebbe compromettere il futuro della proposta. PD, M5S, Azione, Avs e +Europa chiedono il suo ritiro. Il verdetto finale arriva però da Montecitorio: il testo andrà direttamente all'Aula senza votare sugli emendamenti, compreso quello soppressivo. Ora, la maggioranza chiede tempo per discutere una proposta e la richiesta di sospensione che il centro-destra presenterà giovedì in Aula alla Camera dovrebbe indicare la data del 25 settembre.
Da Forza Italia, emerge un'apertura verso un salario minimo. Il segretario Antonio Tajani ha dichiarato: "L'inflazione rende troppo bassi i salari degli italiani e ci siamo posti il problema di come aumentarli. Vista la discussione aperta, abbiamo deciso di presentare una proposta di legge firmata da tutti i componenti della commissione Lavoro, che offriamo all'attenzione dei nostri alleati e del dibattito se si vuole affrontare seriamente la questione dei salari". Tajani ha spiegato la proposta di legge presentata dal partito a sostegno dei redditi più bassi: "Riteniamo che il modo migliore per garantire salari dignitosi sia attraverso la contrattazione collettiva. La maggior parte dei contratti in Italia risultano dalla contrattazione collettiva, ma talvolta ci sono contratti 'pirata', indecenti, che pagano i lavoratori in modo inadeguato. Nella nostra proposta di legge c'è l'idea di adeguare tutti i contratti dei lavoratori agli accordi collettivi. Questo è un modo per aumentare i salari che non rientrano nella contrattazione collettiva".
Ha poi aggiunto: "La seconda parte della proposta di legge indica un percorso che inizia con una detassazione dei contributi che superano lo stipendio. Sulla base dei nostri calcoli, ciò potrebbe comportare un aumento annuo compreso tra 1000 e 2000 euro per ogni lavoratore. Inoltre, c'è una riduzione del carico fiscale. Il nostro contributo è serio, credibile, responsabile e non comporta promesse irrealizzabili. Può rappresentare un punto di incontro". Ma i termini e le difficoltà legate a questa proposta sono ancora da definire.
Il leader dell'opposizione di Azione, Carlo Calenda, ha accolto positivamente la proposta di Forza Italia e ha annunciato che la prossima settimana si incontrerà con il primo ministro per affrontare la questione. Su Twitter, ha commentato: "Caro Antonio Tajani, sono molto felice di questa proposta, perché è esattamente, ripeto, esattamente, quanto previsto dalla nostra proposta sul salario minimo".
In generale, le reazioni dell'opposizione non si sono fatte attendere. Giuseppe Conte, in un video pubblicato sui social, dichiara: "Il salario minimo non è uno slogan; è una misura necessaria a quasi 4 milioni di lavoratrici e lavoratori che si spaccano la schiena dalla mattina alla sera e portano a casa tre-quattro euro lordi l'ora. Dobbiamo restituire loro dignità e farlo subito. Non dobbiamo prenderli in giro. Salario minimo subito!"
Cecilia Guerra, responsabile Lavoro della segreteria nazionale del Pd, sollecita la presidente del Consiglio: "È da marzo che il tema del salario minimo è in discussione alla Camera. Possibile che in tutti questi mesi lei e la sua maggioranza non siano stati capaci di fare uno straccio di proposta? Noi ne abbiamo presentata una condivisa delle opposizioni. Cosa ne pensate? Vogliamo sapere questo. Ha detto che apre al confronto? Era ora. Noi ci siamo. Da oggi. Noi siamo pronti. E voi?"
Anche Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, si unisce al coro: "Il vittimismo della presidente del Consiglio è davvero stupefacente. Non vuole il confronto con l'opposizione, ma cerca solo alibi per non fare nulla. La invitiamo a rispondere sulle cose che proponiamo oggi, non sulle cose del passato. Altrimenti il confronto di cui parla è solo un modo di perdere tempo. Noi siamo pronti ad andare in aula e votare anche ad agosto."
Ma la premier ha anche chi la sostiene, come Mariastella Gelmini di Azione che accoglie positivamente la sua apertura: "Le sue parole sono incoraggianti. A noi non interessa sventolare la bandierina del salario minimo, ma raggiungere il risultato. Siamo disponibili a discuterne anche nel mese di agosto, ma archiviare questo dibattito non è accettabile. Di fronte a 3 milioni di italiani con una paga al di sotto dei 9 euro, eludere il problema sarebbe sbagliato."
Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, interviene sulla questione, schierandosi al fianco della presidente: "Mi riconosco nella sua posizione, quindi ci sta lavorando e io sono contento di quello che sta cercando di fare a fronte di opposizioni che invece non sono mai contente di nulla. Il mio ministero crea lavoro vero, quindi lascio agli altri, soprattutto sindacati e imprese, le contrattazioni sui salari. Se mi lasciano aprire i cantieri che voglio aprire, qua si creano nell'arco dei prossimi anni il famoso milione di posti di lavoro di qualche anno fa fra metropolitane, ponti, porti, strade, autostrade, ferrovie sarà ampiamente superato."
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