03 Luglio 2023
Antonio Tajani; Fonte: Imagoeconomica
Una chiusura netta, quella del vice premier Tajani, nei confronti del francese Rassemblement National (RN) e del tedesco Alternative fur Deutschland (AfD), rispettivamente guidati da Marine le Pen e Tino Chrupalla. Chiusura con la quale il forzista non solo cerca di rassicurare i colleghi europei del PPE nei delicati mesi dell’avvicinamento ai Conservatori di Meloni, ma frustra sul nascere l’idea di Salvini di estendere la suddetta (potenziale) alleanza anche al gruppo Identità e Democrazia (ID) di cui fa parte con RN e AfD.
Le parole del Ministro degli Esteri italiano sono chiare, e si inseriscono nel solco del lavoro del Presidente del Consiglio Meloni per costruire all’europarlamento una solida alleanza tra i popolari del PPE (tra i quali figura Forza Italia) e Conservatori (di cui Meloni stessa è presidente): “Per noi è impossibile fare qualsiasi accordo con Afd e con il partito della signora Le Pen. Io personalmente ho dato vita, quando sono stato eletto presidente del Parlamento europeo, a un accordo tra Conservatori, Popolari e Liberali. Quello è l’accordo, secondo me, sul quale puntare. La Lega è cosa ben diversa, nessun problema, anzi, saremo lieti di avere la Lega parte di una maggioranza, ma senza Le Pen e senza Afd”.
Il discorso di Tajani non lascia spazio ad interpretazioni: i due primari esponenti di alcuni dei principali partiti di governo italiani (Meloni e Tajani) stanno in questo momento cercando di rivoluzionare il sistema di potere a Bruxelles, dopo decenni di luna di miele tra PPE e socialisti. Per fare ciò, ne sono consapevoli, è necessario presentare all’europarlamento una proposta ammantata di spirito mitteleuropeo e unionista. Spirito che rischia di essere tradito dalla semplice esistenza di un terzo partito di grande peso all’interno del governo della Penisola: la Lega di Salvini. Il principale problema rappresentato dal Carroccio, e per conseguenza dalla sua vicinanza a Meloni e Tajani, agli occhi della maggioranza dell’europarlamento, è la sua appartenenza (come socio di maggioranza, tra l’altro) al gruppo Identità e Democrazia (ID), in cui noti esponenti sono proprio RN e AfD, considerati alle latitudini di Bruxelles troppo euroscettici per rappresentare interlocutori credibili.
Le parole di Tajani arrivano quindi per rassicurare i colleghi europei (soprattutto quelli del PPE, più inclini a porre veti a nuove alleanze rispetto ai Conservatori di Meloni) sul fatto che l’alleanza “romana” con Salvini non implichi un’apertura a Bruxelles nei confronti di AfD e RN.
Oltre a questo, tuttavia, potrebbe tradire anche una certa apprensione per le elezioni europee, ormai entrate nell’orizzonte dei pochi mesi, e per le quali sembra che Salvini stia già scaldando i motori. “Io sono impegnato per unire tutto il centrodestra – sono le parole del segretario del Carroccio intervistato dal Corriere della Sera - la sfida è evitare a tutti i costi che la sinistra possa restare nel governo europeo dopo tutti i danni e gli scandali”. Salvini ha poi aggiunto, esacerbando forse i timori di Tajani: “Sono certo che tutti i partiti della maggioranza, a partire da Fratelli d'Italia e Forza Italia, condividano l'obiettivo. L'unità delle nostre famiglie politiche, che hanno solide radici valoriali comuni, va costruita a ogni costo: è una delle eredità di Silvio Berlusconi. Sono pronto a proporre un patto scritto, prima del voto per le europee: niente compromessi con la sinistra. Non posso credere che tra i nostri alleati ed elettori ci sia qualcuno che preferisca le sinistre o Macron al centrodestra unito”.
Le parole del Ministro delle Infrastrutture lasciano intravedere quello che sarà il campo di battaglia, difficile dire se sotterraneo o alla luce del sole, interno alla maggioranza nei prossimi mesi. Certamente, ad oggi, è molto difficile immaginare un PPE disponibile ad alleanze con ID.
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