08 Giugno 2023
Vincenzo De Luca, Piero De Luca; Fonte: ImagoEconomica
Frecciatine e fratture continuano a definire i rapporti tra il governatore Dem della Campania Vincenzo De Luca e la Segretaria del PD Elly Schlein. Fratture che hanno raggiunto in queste ore il punto, finora, più basso, dopo la decisione del vertice del partito di sostituire il figlio del governatore, Piero De Luca, con il presidente di Demos (non iscritto al PD) Paolo Ciani nella carica di vice capogruppo alla Camera.
Non è uno che le manda a dire, il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, è cosa nota. Non sorprende quindi la posizione dura ed i commenti taglienti che raggiungono da Napoli la Segretaria del PD Elly Schlein dopo che, con una mossa che ha già attirato le perplessità di non pochi membri del partito, il figlio Piero De Luca è stato improvvisamente sostituito nel ruolo di vice capogruppo PD alla Camera dal presidente di Demos (non iscritto al PD) Paolo Ciani. Una nomina, quella di Ciani, che ha attirato i brontolii di molti Dem per varie ragioni, prima fra tutte la sua contrarietà all’invio di armi in Ucraina, ma che per il patron della politica campana assume quasi i caratteri dell’affronto personale.
Già il giorno prima della nomina di Ciani, l’allora vice capogruppo Piero De Luca (“retrocesso” a Segretario con delega al PNRR) aveva commentato con amarezza una decisione che al nazzareno sembrava già aleggiare nell’aria: “Consumata una sorta di vendetta trasversale che non fa onore”. Secondo molti osservatori, infatti, De Luca junior sarebbe stato colpito dalla scure della Segretaria per lanciare un messaggio al padre, considerato, pare, fin troppo critico nei confronti della nuova segreteria del partito.
Per Schlein, fin dal giorno della sua nomina alla guida del partito sempre ai ferri corti con il governatore, liberarsene sarebbe il più bello dei sogni, ritengono non pochi “addetti ai lavori”. Un’iniziativa di questo tipo, però, si porterebbe dietro pesanti conseguenze: la probabile perdita di una delle più popolose regioni italiane, nonché una delle poche ancora in mano al centrosinistra, apparentemente tenuta solo grazie alla “colorita” personalità di un governatore che non fa mistero di nutrire velate simpatie per la bestia nera del PD, Matteo Renzi, e che, in caso di totale rottura con Roma saprebbe quindi già a quale porto approdare. Con buona pace di una Campania a guida centrosinistra.
Il fragile equilibrio delle parti, quindi, potrebbe essere alla base della decisione di Schlein di non lanciare un attacco frontale al governatore, ma di attaccarlo di sponda, a Roma, dove i suoi appoggi e la sua influenza sono più limitati, facendo, di fatto, del figlio un avvertimento per il padre. Padre che, tuttavia, fonti a lui vicine non descrivono come “arrabbiato”, ma “carico”, forse pronto a far scendere in campo l’autorevolezza di chi, nonostante tutto, continua a rappresentare una delle principali calamite di voti per il centrosinistra nel mezzogiorno.
Poche ore dopo la nomina di Ciani, infatti, De Luca commenta su twitter con l’abituale ironia partenopea che lo contraddistingue: “In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic”. Parole apparentemente scritte nel vento, ma per le quali non ci sono dubbi riguardo al bersaglio. Parole, ancora, accompagnate da una frase ancora più esplicita, pronunciata a margine della presentazione del Festival su Massimo Troisi: “Se inviterei Schlein (ndr. al festival)? In questa stanza sono vietate le parolacce”.
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