12 Marzo 2023
Giorgia Meloni. Fonte: Lapresse
Giorgia Meloni incalza l'Ue sul nodo migranti. All'indomani della tragedia di Cutro, infatti, fonti di governo prevedono l'arrivo di circa 900mila tunisini nei prossimi mesi, con sbarchi concentrati su Lampedusa: il picco arriverebbe ad agosto.
La presidente del consiglio guarda ai vertici dell'Ue per una collaborazione urgente sul fronte migratorio. Dopo il naufragio di Cutro, la premier ha definito "ancora più improcrastinabile l'attuazione di quanto deciso al Consiglio europeo di febbraio"; Meloni ha precisato che "tutte le politiche e gli strumenti necessari da parte dell'Ue" vanno dispiegati in aiuto al governo italiano.
Aiuti che si dovrebbero concretizzare in un piano di finanziamenti e strategie di pattugliamento delle coste mediterranee. Le promesse europee ammontano a 1,9 miliardi di dollari dal Fmi, 500 milioni di euro dalla Ue, e quelli di vari Paesi, fra cui 110 milioni dall'Italia, a cui si aggiungono controlli più serrati sulle rotte maggiormente battute, quali quella centrale, turca e libanese. In agenda ci sarebbe anche il rafforzamento degli hot spot in Africa e Medio Oriente.
Il pressing di Giorgia Meloni si accompagna, però, a "sentiti ringraziamenti" verso l'interesse e l'impegno dimostrato finora dagli alti papaveri dell'Ue. Primo fra tutti, Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, che in uno scambio epistolare con la premier ha rimarcato l'urgenza di "lavorare per prevenire le tragedie". "Il tragico naufragio è un forte richiamo sul fatto che vanno trovate soluzioni concrete e percorribili per gestire meglio la migrazione e combattere i trafficanti", ha osservato Michel, puntulizzando che "non c'è tempo da perdere": "l'attuazione rapida delle misure concordate" - ha concluso nella lettera - "è una priorità per tutti e conto fermamente sull'Italia su questo".
Nel frattempo, il fermento dell'entourage di governo dopo la stretta sui trafficanti non accenna a diminuire. Dalla Lega giungono proposte di emendamento al dl Ong, e il deputato Igor Lezzi insiste sulla reintroduzione in vigore dei decreti sicurezza di salviniana memoria, fermi alla commissione Affari Costituzionali della Camera. Alfredo Mantovano, poi, attacca la Bossi-Fini: "Ormai è diventata una legge-arlecchino. Bisognerà fare qualcosa di nuovo, ma con calma e in maniera articolata".
L'eventuale modifica del Testo Unico sull'immigrazione, tuttavia, è ancora in una fase embrionale, nettamente in secondo piano rispetto agli impegni di governo che si materializzano all'orizzonte. "Non sapete quello che accadrà tra qualche mese, non avete idea... - ammonisce il ministro della politiche del Mare, il siciliano Nello Musumeci - "O l'Europa si rende conto che siamo arrivati al punto zero o saremo costretti a piangere ancora altri morti perché nei Paesi di partenza non si dice che fine fanno i loro connazionali". Il riferimento è al possibile sbarco di circa 900mila persone provenienti dalla Tunisia nei prossimi mesi; anche in questo caso, l'auspicio è che l'Ue possa intervenire ad ammorbidire la situazione, con l'eventuale introduzione di un sistema dei visti per l'ingresso in Tunisia dai Paesi limitrofi, come la Costa d'Avorio, da dove proviene gran parte della manodopera a basso costo.
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