03 Gennaio 2023
Giuseppe Conte, il Masaniello del reddito di cittadinanza, fa le vacanze di Natale a Cortina, in pieno mood anni Ottanta, da Fratelli Vanzina, e i giornali di sinistra ossia di regime lo difendono al grido: beh? Che c'è? Non vi piace? Uno coi suoi soldi fa quello che vuole. Discorso tipicamente liberal-liberista, ma tant'è.
L'obiezione principe a chi obietta è sempre quella della mia professoressa di italiano al liceo, a sinistra delle BR: ma dove sta scritto che uno di sinistra non possa essere ricco? Veramente sta scritto nel Capitale di Marx, che è la vostra Bibbia (solo che all'epoca non avevo le palle di farlo notare): poi in un sacco di altri posti, tutti sballati; poi in quella legge non scritta che si chiama coerenza, se non decenza. Perché se guidi quello che resta di una setta che fa la predica ai ricchi evasori e mascalzoni che affamano il popolo e non vogliono dargli neppure il sussidio, beh, una certa figura da paraculo la fai. Tanto è vero che i giornali di regime no, ma la gente normale se ne accorge. Ma tutta feccia, gentaglia di merda secondo i commentatori progressisti, uno dei quali li racchiude tutti nella tipica sottorazza “che segue Mario Giordano”.
Le argomentazioni in favore di (nessuno tocchi) Giuseppi non sono granché, e si riducono essenzialmente a due: la prima è che così fan tutti a sinistra, da Bertinotti col cachemire e le contesse a D'Alema con le barche e le commesse (intese come affari), a Bersani con le griffe, su su fino a Berlinguer con le tenute, vecchia storia, nessuno più ricco dei satrapi del Politburo. Solo che questi la storia rivendicano in modo inverecondo: siccome si è sempre fatto così, allora è giusto così. Un discorso molto realpolitik, molto concreto, oseremmo dire, ultra-liberista una tantum, cioè quando fa comodo. L'altra spiegazione, altrettanto squisita, è la sindrome del Marchese del Grillo: noi, appartenendo alla sinistra emersa, non dobbiamo spiegazioni, il problema è vostro, rosiconi di merda, barboni reazionari, falliti che non potete permettersi la suite da 2500 a notte. Tutti in coro: Travaglio (sinistra tendenza Erri de Luca, Lotta Continua), Cappellini (sinistra piddina), Perina (sinistra purchessia), Gramellini (sinistra Caschetto), quest'ultimo arriva a così celebrare il Conte dalla morale cortina: uno che “già ricco di suo si batte per migliorare le condizioni di chi è più povero”.
Ma davvero. E come? A ciance? Estendendo quello spreco di stato che è il reddito di cittadinanza, alla modica somma di 80 miliardi nei prossimi dieci anni, soldi pubblici, tasse, di quelle che secondo Mattarella ci renderebbero i veri padroni della Repubblica – il paese, non il giornale prossimo alla liquidazione? Non scherziamo: Conte, col suo spregiudicato populismo peronista, punta a migliorare le condizioni dei 5 Stelle, e quindi di se stesso medesimo, al prezzo di conseguenze sciagurate, votate a sicura dissipazione e ancor più certa sperequazione. Cavalca la logica dello stato elemosiniere, che mantiene, che pratica il clientelismo, sordo alle centinaia di milioni di euro già sprecati, al ruolo della malavita organizzata che drena il reddito e lo distribuisce ai clientes, alla lezione dei paesi che sanno reagire con la libera iniziativa e l'intraprendenza, magari dopo avere abbassato le tasse; non certo operando alla rovescia, più imposizione fiscale, maggiori sussidi, ancora più balzelli, in una spirale infernale e sterile, depressiva, micidiale.
I commentatori di sinistra possono scaldarsi quanto gli pare, possono fare i pavoni fin che vogliono, resta il fatto che giocano a ping pong da entrambe le parti del tavolo e questo non si può fare. Nessuno è mai riuscito a spiegare per quale sofisticata articolazione logica uno che denuncia la ricchezza, praticando la ricchezza, sarebbe coerente e inattaccabile; per quale mistero gaudioso la condanna del capitale si sposi con l'accumulazione del capitale; in quale accidente di modo tutta la riccanza, sfacciata, volgare, sarebbe una provocazione che origina ingiustizie e scatena sacrosanto scontento, rivolte benedette, tranne quella di chi la coltiva, siccome “si batte per migliorare le condizioni di vita” degli straccioni. A questa stregua i Bill Gates, i Soros, gli Zuckerberg e tutti i “filantropi” progressisti che sponsorizzano progetti deliranti, tossici o semplicemente terroristici (i cosiddetti attivisti climatici) sono già santi, senza passare dal tumulo: più soldi fanno, più “si battono” per quelli ai quali li sottraggono – seguiamo la logica comunista, né più né meno – e, soprattutto, fanno in modo che la loro “beneficenza” la sappia subito tutto il mondo. Il modello è il rapper marito di Chiara Ferragni, che piglia su la Maserati da 300mila e fa il giro dei barboni di Milano a tirargli buste di spiccioli, ovviamente non suoi ma raccolti con le campagne social, e professionalmente filmato da qualche schiavetto.
Ma sotto questo tappeto di cialtronaggine, di razzismo, di morale pelosa e di ipocrisia virtuosa, c'è una polvere tossica che rappresenta la vera ragione della difesa d'ufficio di un indifendibile ridicolo: ed è la seguente: ma come, stiamo cercando di favorire la mescola giallo-rossa, la grande fusione tra grillini e piddini, l'unione dei due populismi socialisti (o socialfascisti), e questi sottouomini di destra, questi poveri stronzi, questi fasci invidiosi, si mettono in mezzo? Come osate, sibilerebbe una di loro, la Greta milionaria senza manco aver finito le scuole: anche lei “si batte”, per salvare il pianeta. Quindi se a Cortina ci va la Santanché impellicciata, è una miserabile stronza affamapopolo, se ci va Giuseppi è tutto perfettamente in regola. Perché lui “si batte”. Travaglio, Cappellini, Perina e tutte le altre bimbe di Conte sono peggio dei farisei nel tempio. Non gli può fregare di meno degli inferiori, come li chiamava un altro conte, Piermatteo Barambani Megalòm. Loro praticano la realpolitik. Loro, da Cortina, salvano i poveri. Soprattutto, quei poveri ometti (e donnicciole) che sono.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia