30 Novembre 2022
Arriva l'emendamento del governo al decreto rave, che riscrive il testo e cambia anche il numero dell'articolo del codice penale, che passa da 434 bis e 633 bis. L'emendamento limita il reato a "chiunque organizza e promuove l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento" quando "dall'invasione deriva un concreto pericolo per la salute o l'incolumità pubblica a causa dell'inosservanza delle norme su droga, sicurezza e igiene".
Si specifica così il tipo di occupazione indicata come "rave", escludendo le riunioni indette dagli studenti o le altre manifestazioni pubbliche. Il nuovo reato 633 bis risulta così riferito a situazioni precise, viene collegato alla violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene negli eventi e a quelle sulle sostanze stupefacenti.
La pena più severa sarà per gli organizzatori e promotori dei rave party, mentre i partecipanti saranno invece, sempre punibili ma solo in base all'articolo 633 del codice penale, che riguarda l'invasione di terreni o edifici. Il nuovo testo riformula anche la norma che già prevedeva la confisca obbligatoria, estendendo il provvedimento anche ai profitti dei rave party, per fungere da ulteriore deterrente. Non cambia invece la pena, che rimane da 3 a 6 anni e restano in questo modo possibili anche le intercettazioni telefoniche, circoscritte alle eventuali indagini sull'organizzazione dell'evento.
Oltre alla reclusione da 3 a 6 anni, è prevista una multa da mille a 10mila euro e vige sempre "la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, nonché delle cose che ne sono il prodotto o il profitto".
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