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Campagna elettorale, la Libertà è la grande assente nei programmi dei partiti

Tutta la convivenza civile è un necessario bilanciamento tra diritti individuali e diritti collettivi

06 Settembre 2022

Campagna elettorale, la Libertà è la grande assente

Fonte: Imagoeconomica

Dopo fatti gravi come i lockdown imposti per Dpcm, patenti a punti delle libertà chiamate amichevolmente e ingannevolmente Green Pass (rammento ai suoi lettori la profetica avversione di James Joyce per il colore verde!), obblighi vaccinali che alla luce dei più recenti studi scientifici non hanno impedito di contagiarsi e contagiare ma hanno provocato migliaia di gravi reazioni avverse e malori improvvisi (oggi tutti muoiono di malori improvvisi o di Sars-Cov 2 proprio come una volta morivano di “un colpo”), mi sarei aspettato almeno un accenno alla questione centrale della convivenza civile: la libertà.
Invece, neppure un accenno. Nell’attesa della decisione della Corte Costituzionale sulla conformità alla Carta degli obblighi vaccinali, gli unici politici che hanno sfiorato la questione l’hanno ridotta a uno slogan per bambini, a un contrasto tra diritti individuali e diritti collettivi. Il livello è tanto basso da avere indotto amici giuristi a coniare l’espressione “semicolti” per definire i colleghi che senza alcuna finezza e soprattutto senza alcuna conoscenza dei lavori preparatori della Costituzione – di cui a stento hanno un’idea del testo - parlano a vanvera.

Tutta la convivenza civile è un necessario bilanciamento tra diritti individuali e diritti collettivi: laddove prevalgano i secondi, senza bilanciamento, si è nel totalitarismo. Tuttavia, nessuno osserva che la Consulta è proprio chiamata a decidere su questo: se sia stata legittima l’instaurazione nel nostro Paese di un totalitarismo.

Come si può chiamare altrimenti un Governo che per decreto impone misure restrittive dei più scontati diritti umani e costituzionali dei suoi cittadini? Il punto, voglio essere ancor più chiaro a costo di risultate pedante, non è se tali misure fossero conformi a una singola norma della Costituzione. La posta in gioco è molto più ampia ed è la rinunzia al bilanciamento. La Carta va considerata nel suo insieme, nelle sue finalità, non letta articolo per articolo come se quell’articolo fosse self standing. Questo, per un giurista, è l’unico modo corretto di operare, un’interpretazione sistematica che giunga a ricostruire la ratio legis, se utile esaminando i lavori preparatori.

Abbiamo tollerato passivamente che gli ultimi Governi (sotto la supervisione del liberticida maximo Sergio Mattarella), facessero scempio dei nostri diritti. Qualcuno, a causa di imposizioni governative che col senno di poi appaiono quantomeno avventate (io direi criminali) ha perso la vita o subito danni permanenti (alla salute, alla vita di relazione, alla sfera economica).

Nessuno ne parla. Chi ne parla semplifica ad uso di un’umanità bambina, racconta la favola Disneyana della supremazia dei diritti collettivi rispetto a quelli individuali. Questi nostri politici dimostrano di ignorare le regole fondanti della società umana e dello Stato. A causa della loro ignoranza, il Leviatano non è più pari alla porzione di libertà individuale che ciascuno di noi gli delega con la rinuncia ai propri diritti individuali, ma è rimasto l’unico titolare di diritti. Tuttavia, “Nessuno… potrà mai trasferire a un altro la sua potenza, e, di conseguenza il suo diritto, in modo tale da cessare di essere uomo. […] Sebbene il diritto e il potere dello Stato siano da noi concepiti abbastanza ampi, non avverrà mai, tuttavia, che si dia un potere così grande che coloro che lo detengono abbiano in assoluto la potenza di fare tutto ciò che vogliono” (Baruch Spinoza).

Cosa significa essere uomo? Non vi sfiora il dubbio che dall’esistenza in vita derivino all’uomo diritti naturali e una dignità umana che nessuna autorità dovrebbe ledere? A cosa sono serviti tutti gli sforzi dei giuristi del Novecento per redigere le Convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo? L’ultimo avvocatino non eletto, autoproclamatosi avvocato del popolo, ci ha rinchiuso in casa con facoltà di spostamento entro il raggio di 200 metri. Era una misura necessaria? E’ stata utile? Di certo è stata la più severa al mondo dopo quelle imposte in Cina, di certo in Svezia, senza lockdown, il numero di decessi per Cov-Sars 2 è stato inferiore (si dirà grazie al loro migliore sistema sanitario e io obbietto: è giusto che il grado di libertà concesso a un essere umano dipenda del livello del sistema sanitario del Paese in cui vive?).

Che uomo è quello che può essere sacrificato per decreto? I morti a causa delle reazioni avverse ai vaccini sono danni collaterali tollerabili? E’ ancora una società tra uomini liberi quella in cui il Governo può imporre a intere categoria di cittadini trattamenti sanitari obbligatori potenzialmente letali?

Non deve stupire che coloro che semicolti non sono (in verità una piccola minoranza) cerchino altrove (lontano dall’Italia) una società dove venga rispettata la dignità umana.

di Alfredo Tocchi.

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