09 Agosto 2022
Fonte: lapresse.it
Una partita ancora tutta da giocare. Ma in cui il centrodestra sembra essere favorito. Se non altro grazie all’impasse di un centrosinistra che fatica a diventare quel campo largo invocato da Enrico Letta più volte.
Uno stallo che va avanti da più di una settimana, a causa dei forti mal di pancia tra il leader di Azione e Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, rispettivamente Sinistra Italiana ed Europa Verde. Scontro terminato con la rottura del patto, politico, da parte di Carlo Calenda, in seguito al patto “elettorale”, come lo ha definito lo stesso segretario dem, tra il Pd, Si, e Verdi, che dovrebbero ottenere il 10% dei seggi. Un accordo che, però, non implicherebbe un programma comune, ma solo punti di incontro.
Di fatto, un’altra settimana di campagna elettorale persa, tra litigi a colpi di tweet. Una settimana in cui, invece, il centrodestra, stranamente silenzioso, conclude le trattative elettorali e programmatiche, quasi in sordina. Difficoltà, quelle del centrosinistra, che la coalizione di centrodestra sfrutta. Nonostante le differenze, le divisioni, le ambizioni più o meno personali di un partito o dell’altro, Fdi, Lega e Fi sembrano ora uniti più che mai. E questo forse il punto di forza del centrodestra, la capacità di ricompattarsi nel momento del bisogno. E poco importa se dopo le elezioni emergeranno nuovi malumori.
Certo è che lo spettacolo messo in piedi negli ultimi giorni dai sedicenti “responsabili” non può essere più lontano dalla dialettica conflittuale ma costruttiva tipica della sinistra. Un gioco, più che politica, che non fa che rallentare i tempi, strettissimi, della campagna elettorale. Tempo perso dietro a giochi di forza, che, evidentemente, non lasciano spazio alla costruzione di una piattaforma unitaria in grado di mobilitare un elettorato, quello di sinistra, estremamente indeciso e, a questo punto, sconfortato. Tanti gli elettori, certi e probabili, che assistono quotidianamente a rimbalzi di accuse piuttosto che a proposte più o meno concrete per affrontare l’autunno caldo che ci aspetta.
Costruire una discussione su basi puramente tattiche ed elettorali non ha giovato al centrosinistra e in particolare al Pd, perno della tanto ambita coalizione anti-destre. Un dibattito, amplificato dai media, che ha fatto passare in secondo piano ogni tentativo di stesura di un’agenda condivisa, nonostante le evidenti differenze di vedute tra le anime della sinistra, che va dall’ala moderata, atlantista e filo-governativa dei dem, e ora anche di Impegno Civico del Ministro degli Esteri uscente, a quella riformista e talvolta anti-establishment di Sinistra Italiana e Verdi. E sarà compito del Pd tenere insieme - con non poche difficoltà - il blocco nato con lo scopo di arginare il centrodestra in vantaggio nei sondaggi.
Compattezza, unità, e agenda programmatica sono quindi i punti inderogabili su cui tutti dovrebbero concentrarsi a poco più di un mese dal voto. E in questo il centrodestra sembra essere in testa, complice anche la complicata situazione del centrosinistra. Ma questo non basterà per vincere. Dormire sugli allori non porta alcun beneficio a lungo termine. Saper rispondere alle necessità del Paese sì.
Di Susanna Fiorletta
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