19 Luglio 2022
Draghi incontra Letta, segretario del PD e non tutti gli altri capi di partito come ci si sarebbe aspettati data la necessità di avviare una consultazione politica e, per questo, c’è sconcerto all’interno di ambienti di centrodestra che verso l'ora di pranzo si è riunito insieme ai capigruppo parlamentari: si tratta di leghisti e Forza Italia, capeggiato da Berlusconi e Salvini insieme ai capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, il coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani e i capigruppo azzurri Paolo Barelli e Annamaria Bernini, Lorenzo Cesa e Antonio De Poli rispettivamente segretario e presidente dell'Udc e Maurizio Lupi di Noi con l'Italia. Domani Dragi sarà in Senato a Montecitorio alle 9,30 per incassare il voto di fiducia e giovedì sarà alla Camera.
In compenso il faccia a faccia tra il premier e il capo del Partito democratico è durato un’ora, alle 9 di questa mattina, per poi salire per la seconda volta al Colle da Mattarella per un breve confronto. La prassi avrebbe voluto che Draghi incontrasse non solo Letta, ma anche Conte, Salvini, Berlusconi, di Maio e tutti gli altri capi di partito. Il fatto che abbia deciso di incontrare soltanto il segretario del Pd, indicherebbe che la ripartenza “con o senza Draghi”, possa essere affidata alla soluzione del “ministro ad interim” Daniele Franco nella fattispecie, che potrebbe guidare il governo fino a nuove elezioni, quelle previste per il 2023.
Ma la possibilità che i Draghi decida comunque di lasciare si fa sempre più debole, soprattutto dopo l'appoggio della destra italiana. Naturalmente superata la fiducia al Senato domani mattina, quella della Camera sarà una passeggiata, poiché sul filo del rasoio la fiducia al governo Draghi è soltanto a Montecitorio.
Salvini però dal canto suo afferma: "O un governo senza M5s o si va al voto". Una richiesta che fa affievolire le dichiarazioni già fatte da Draghi "il governo è solo con il M5S". E dunque? La richiesta di Salvini mette alle strette il Presidente di partito? Perchè? L'atteggiamento spaesato e a tratti bipolare di Salvini, potrebbe tradire una frattura all'interno della Lega, dato che fonti confidenziali danno Giorgetti come "dubbioso a voler proseguire in questa legislatura". Lo stesso Giorgetti ha dichiarato di essere "per i tempi supplementari" che vede "le squadre stanche".
E dunque benché ci siano, soprattutto in ambiente forzista, una solido gruppo di governisti anche nel centrodestra, i dubbi se proseguire stanno interessando un po' tutta la coalizione che sente moltissimo il pressing di Giorgia Meloni.
La Lega ha deciso di non appoggiare i rivoluzionari del MoVimento 5 stelle, nonostante l'accordo con Giorgia Meloni avrebbe potuto portare più vantaggio al centrodestra rispetto ad una nuova formazione di governo potenzialmente guidata dal PD. Ed è impossibile non notare che ciò che sta facendo il MoVimento 5 stelle oggi equivale esattamente a quello che ha fatto la lega nel 2020.
Tuttavia il governo di unità nazionale promosso da draghi ormai non c'è più e l'unica chance perché resti come premier è quello di aprire la porta all'ala più moderata del movimento. Quella che rimane naturalmente, visto che chi non riesce a seguire la linea taverna promossa da Giuseppe Conte e ormai già emigrato tra le braccia di Luigi di Maio.
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