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Pd-M5s, l'alleanza vacilla. Lo scontro sulle spese militari: "Dai grillini bugie da cialtroni"

Non si placano le tensioni sul nodo spese militari tra i democratici e il Movimento di Giuseppe Conte, che ieri si era smarcato polemicamente: "Non siamo la succursale di nessuno"

01 Aprile 2022

Pd-M5s, l'alleanza vacilla. Lo scontro sulle spese militari: "Dai grillini bugie da cialtroni"

L'alleanza tra Pd e Movimento 5 Stelle vacilla, resa fragile dallo scontro sulle spese militari che ha visto i due partiti dell'ex maggioranza giallorossa divisi come non lo erano da tempo: "Bugie da cialtroni" è la sintesi polemica con cui una parte dei democratici ha bollato la posizione dei grillini sull'incremento degli investimenti sulla Difesa. Tensioni che non si smorzano nonostante la linea della responsabilità portava avanti dal segretario dem Enrico Letta. "Manteniamo la calma, il momento è delicato, serve il massimo dell'unità e della responsabilità", i termini usati dall'ex premier in queste ore per rivolgersi ai compagni di partito, stizziti per la posizione tenuta in questi giorni dai pentastellati, su tutti dal loro leader Giuseppe Conte. "Non siamo la succursale di nessuno", aveva detto solo ieri durante una diretta Instagram il leader del Movimento.

Pd-M5s, l'alleanza vacilla. Scontro sulle spese militari

Se con i suoi Letta parla in modo riservato, senza rispondere pubblicamente alle polemiche che arrivano dagli - ormai sempre più lontani - alleati, ben più esplicita è stata ieri Simona Malpezzi: "Alcuni passaggi compiuti dal Movimento ci hanno sorpreso e preoccupato. Al centro della nostra azione c'è la salvaguardia dell'esecutivo e della reputazione internazionale del Paese: alcuni atteggiamenti hanno rischiato di mettere in crisi entrambi", ha detto la capogruppo al senato del Pd. 

Il destinatario del messaggio, pur non citato esplicitamente, è sempre lui, Conte. L'ex "riferimento dei progressisti" ha ingaggiato una battaglia politica dura col presidente del Consiglio Mario Draghi sull'aumento delle risorse da destinare alle spese militari. Conte ha sempre sostenuto che le priorità per i cittadini, in questo momento di crisi economica e internazionale, sono altre, a cominciare dal caro bollette e dall'inflazione. Draghi invece ha tirato dritto, puntando a quel 2% del Pil nella Difesa a cui l'Italia si è impegnata in sede Nato. 

Pd-M5s, l'alleanza vacilla. "Dai grillini bugie da cialtroni"

E i democratici hanno seguito il premier, convinti che in un momento delicato come questo esporsi a una crisi di governo sarebbe un pessimo segnale per l'Italia a livello internazionale. Dal canto suo, Conte non ha gradito chi, anche nel Pd, lo accusa di portare avanti battaglie strumentali per guadagnare consenso e minare l'esecutivo. "Pretendo rispetto e pari dignità, non posso accettare accuse di irresponsabilità. Non funziona così, non siamo succedanei di qualcuno", ha rivendicato Conte battendo i pugni sul tavolo (anche fisicamente) sui social.

Posizione ribadita anche davanti al capo dello Stato Sergio Mattarella, con il quale Conte ha avuto un incontro cordiale, durato un'ora, ieri pomeriggio. Al Quirinale il leader del Movimento ha ripetuto che quella contro le armi "è una sensibilità insita nel nostro dna, sono i nostri principi, espressi chiaramente anche nella nostra Carta dei valori". 

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