11 Febbraio 2022
Fonte: lapresse.it
"É stata una discussione ricchissima e anche molto condivisa, anche grazie alle interazioni della ministra Cartabia con le forze politiche". Queste le parole del premier Mario Draghi all'inizio della conferenza stampa per illustrare la riforma del Csm approvata oggi, venerdì 11 febbraio 2022, in Consiglio dei Ministri. "Ha raggiunto alcuni obiettivi importanti - ha continuato - a partire dalla condivisione dell'impianto fondamentale della riforma, la delimitazione delle aree dove permangono differenze di vedute, l'impegno ad adoperarsi con i capigruppo per dare priorità assoluta in Parlamento all'approvazione della riforma in tempo utile per l'elezione del prossimo Csm". E ancora: "C'è la consapevolezza della necessità di un pieno coinvolgimento delle forze politiche: niente tentativi di porre la fiducia, ci vuole un accordo, ci vuole condivisione", ha affermato ancora il premier Draghi. "É un provvedimento di portata tale da necessitare questa apertura e questo rispetto del Parlamento. C'è stato l'impegno corale di tutti i ministri a sostenere la riforma con i propri partiti".
Le norme sul Csm approvate oggi sono importanti "per i cittadini e per la magistratura, che va ringraziata per il quotidiano lavoro della stragrande maggioranza dei magistrati", ha sottolineato il premier. "Ci sono delle differenze, su alcuni punti sono rimaste, è stato possibile modificare molto marginalmente il testo con un accordo da parte di tutti. Però, a fronte di queste differenze, c'è l'impegno corale a superarle, la grande disponibilità a raggiungere un testo concordato in tempi utili per l'elezione del Csm". "Una giustizia con tempi certi, rapida, favorisce l'afflusso degli investimenti stranieri. Non direi che le questioni discusse oggi siano immediatamente collegabili agli investimenti stranieri. É un lungo percorso che vede oggi una parte, ma è difficile collegarlo precisamente", ha proseguito ancora il Presidente del Consiglio durante la conferenza stampa.
Draghi oggi ha inoltre escluso che nel 2023 possa essere il federatore di una coalizione che può nascere al centro. "Vorrei anche aggiungere un’altra cosa", ha detto a questo proposito. "Tanti, anche politici, mi candidano a tanti posti in giro per il mondo, mostrando una sollecitudine straordinaria nei miei confronti. Li ringrazio moltissimo, ma vorrei rassicurarli. Se per caso decidessi di lavorare dopo questa esperienza, un lavoro me lo trovo anche da solo…", ha scherzato. "Il dovere del governo è proseguire e affrontare le sfide importanti per gli italiani. Le sfide sono: quella immediata, il caro energia, l'inflazione che sta aggredendo il potere di acquisto dei lavoratori e diminuendo la competitività delle impresa. La terza sfida invece, oltre all'uscita dalla pandemia naturalmente, è il Pnrr, che sta andando molto bene", ha affermato.
"La riforma del Csm era ineludibile per una ragione imminente, che è la scadenza del Consiglio attualmente in carica, che si dovrà rinnovare a luglio, ma anche per stare a fianco della magistratura in questo percorso di rinnovamento e di recupero di fiducia e credibilità su cui ancora pochi giorni fa il presidente della Repubblica ha fatto un richiamo importante", ha detto dal canto suo la ministra della Giustizia Marta Cartabia. La riforma della giustizia "era dovuta ai tantissimi magistrati che lavorano quotidianamente silenziosamente fuori da ogni esposizione, e ai cittadini che hanno diritto di recuperare piena fiducia nella nostra magistratura",
La bozza della riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario punta a porre un freno al fenomeno delle toghe che, dopo aver ricoperto cariche elettive, tornano poi a fare i magistrati. La bozza, infatti, prevede che "i magistrati che hanno ricoperto cariche elettive di qualunque tipo o incarichi di governo (da parlamentare nazionale ed europeo, consigliere e presidente di giunta regionale, a consigliere comunale e sindaco) al termine del mandato, non possono più tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale". I magistrati ordinari vengono collocati fuori ruolo presso il Ministero di appartenenza. I magistrati amministrativi e contabili "presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ovvero sono destinati allo svolgimento di attività non direttamente giurisdizionali, né giudicanti né requirenti".
"Quanto approvato è solo un punto di partenza. Il testo dovrà essere migliorato in Parlamento, così come assicurato dal premier Mario Draghi, ma un cambiamento radicale sarà possibile solo grazie ai referendum", ha fatto sapere la senatrice Giulia Bongiorno, responsabile del dipartimento Giustizia della Lega. Fonti di Forza Italia hanno fatto intanto sapere che "il governo in Parlamento non porrà la fiducia sulla riforma". Inoltre, dicono dal partito, la separazione delle carriere e il via libera alla separazione delle funzioni, sono una "nostra battaglia storica", che "andranno ulteriormente migliorate in Parlamento".
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