06 Gennaio 2021
Giuseppe Conte (fonte LaPresse)
La fase di gestazione del Recovery Plan dovrebbe finalmente essere terminata. Come filtra da Palazzo Chigi, il documento è stato ampiamente rimaneggiato, in modo da soddisfare le richieste delle forze di maggioranza, Italia Viva in primis, che nelle ultime settimane hanno fatto traballare non poco l’esecutivo.
Si lavora intanto per quanto riguarda il capitolo delle nuove misure anti-Covid. Ieri si è svolto il Cdm in cui il Ministro Speranza ha espresso le sue idee per le prossime settimane, mettendo in chiaro che servono nuove pesanti chiusure, onde evitare un nuovo dilagare del contagio. Tocca dunque a Conte decidere che strada prendere, cercando di far combaciare le due anime opposte del governo per quanto riguarda la rigidità da mettere in campo. In tutto questo, pronti i preparativi dei vari partiti di maggioranza per cantar vittoria. L’obiettivo è che non sia il solo Renzi ha intestarsi i meriti dei decreti che saranno approvati nelle prossime giornate. Il PD punta a un riconoscimento per le misure più inclusive per i giovani e per il terzo settore, così come per gli anziani e gli asili nido, tutti settori che il nuovo Dpcm dovrebbe favorire maggiormente rispetto al passato.
In tutto questo, si lavora anche alla risoluzione della crisi di governa innescata dagli attacchi di Matteo Renzi al Premier e all’operato dell’esecutivo nelle ultime settimane di Governo. Da Roma si apprende di come stia prendendo sempre più quota la possibilità di un Conte ter, visto che il Premier sembra aver definitivamente abbandonato le velleità di scontro con Italia Viva. Sebbene Conte fosse davvero disposto ad arrivare fino in fondo, spingendo per una rottura con l’ex-sindaco di Firenze, ormai considerato inaffidabile, la dura realtà dei numeri in Parlamento lo ha riportato con i piedi per terra. Non esiste infatti, né a Montecitorio né a Palazzo Madama, una maggioranza alternativa a quella di oggi. Ieri infatti è stato Silvio Berlusconi ha spegnere gli entusiasmi, annunciando che non ci sarebbe stato nessun supporto esterno all’esecutivo da parte di Forza Italia.
Ecco dunque che anche la seconda possibilità, quella di salire al Colle dal Presidente Mattarella con la lettera di dimissioni, pronto poi a sperare in un salvataggio da parte dei responsabili, lascia troppe incertezze al Premier. Conte ha dunque deciso di cedere alle pressioni dei renziani, e fare le concessioni richieste. Oltre alla questione della cabina di regia e della delega ai Servizi segreti, il Premier è ormai pronto ad accettare un rimpasto della squadra di governo. La maggioranza di oggi piloterebbe dunque una crisi di governo, permettendo a Conte di salire al Colle. Alle dimissioni seguirebbe un rapidissimo giro di consultazioni e poi una nuova fiducia al terzo governo Conte di questa legislatura, con la stessa maggioranza del secondo.
Su questo punto ha dovuto mollare la presa anche Matteo Renzi. La volontà di dar vita a un governo che avesse un Premier differente si è dimostrata insostenibile, soprattutto per l’opposizione netta dei 5Stelle. I grillini hanno fatto capire di non poter assolutamente concedere un cambio della guardia di Palazzo Chigi. L’avvocato è ormai un punto fermo e non è pensabile per i pentastellati di dover affrontare una nuova contestazione da parte dei riottosi. A pagare caro il prezzo del fallimento del governo nella gestione della seconda ondata di contagi sarebbero soprattutto in tre: De Micheli ai Trasporti, Lamorgese al Ministero dell’Interno e Azzolina all’Istruzione.
L’anima “rossa” del Governo, PD e IV, spinge intanto per il varo di un nuovo accordo programmatico in seno alla maggioranza, che permetta di ripartire al più presto. Come ha sostenuto la ministra Teresa Bellanova: “Il problema non è cambiare Conte. Abbiamo detto da mesi che questo governo ha bisogno di darsi un nuovo accordo programmatico perché c’è da gestire il futuro, non c’è solo da mettere toppe”. Sulla stessa linea anche i dem, con Zingaretti che sostiene che “sono mesi che il Pd chiede apertamente e lavora per un rilancio dell’azione di governo, in sintonia con tutti gli alleati - dice durante una riunione di segreteria - l’obiettivo era ed è quello di un rafforzamento della maggioranza attorno al presidente Conte e, come avevamo deciso insieme, il varo di un patto di legislatura”.
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