Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Conte respinge ultimatum di Matteo Renzi: 'In caso di crisi si andrà in Parlamento'

Il Premier: "Se verrà meno la fiducia di una forza maggioranza ci sarà un passaggio parlamentare dove tutti si assumeranno le proprie responsabilità"

30 Dicembre 2020

Il Premier Conte riferisce in Parlamento

Il Premier Conte riferisce in Parlamento - Fonte: LaPresse

Conte respinge ultimatum di Renzi: "Se c'è crisi vado in Parlamento"

“Il governo decida cosa vuole fare da grande” ha affermato Renzi da palazzo Madama a proposito della questione Mes e delega sui Servizi. Due punti su cui il presidente del Consiglio ha dato una risposta respingendo gli ultimatum del leader Iv. “Gli ultimatum non appartengono al mio bagaglio culturale e politico. Io sono fuori dalla logica degli ultimatum per attitudine personale, culturale e politica. Io sono per il dialogo e il confronto e trovare una sintesi superiore per il bene del Paese" ha affermato Giuseppe Conte citando Moro.

"Ci sono stati degli incontri, dei contributi critici, adesso dobbiamo fare sintesi politica, è urgente, va fatta nei prossimi giorni, non valgono i giorni di festa. Dobbiamo dedicarci a questo, riportare nel Cdm, aprirci al confronto con le parti sociali, mandare il documento al Parlamento il prima possibile" continua il premier.

Ma nel caso in cui fosse impossibile raggiungere questa sintesi? L’unica strada – secondo Conte – è il Parlamento. "Se verrà meno la fiducia di una forza maggioranza ci sarà un passaggio parlamentare dove tutti si assumeranno le proprie responsabilità. Fare opzioni e alternative non è opportuno. Non voglio credere a uno scenario del genere, mi sembrerebbe rischioso e insidioso per quel patrimonio di credibilità e fiducia costruito con l'impegno quotidiano di tutte le forze di maggioranza".

Ai giornalisti che durante la conferenza hanno chiesto se siano possibili maggioranze alternative nel caso in cui Italia Viva esca dal governo, Conte risponde: "Il sottoscritto non va alla ricerca di altre maggioranze in Parlamento e lavora con la maggioranza che ha e crede nella sintesi che può scaturire dal dialogo. Lavoro per svolgere questo compito con disciplina e onore, non sto pensando a fare una lista o fare una campagna elettorale". Su ipotesi rimpasto invece afferma: "Io lavoro con le forze di maggioranza, mai pensato di fare squadra da solo. Se verrà posto il problema lo affronteremo".

Rispetto a questa due questioni evidenziate da Italia Viva ma sostanzialmente condivise anche dal Pd, nessuna apertura da parte del premier che, per quanto riguarda il Mes, ribadisce: “Sarà sempre il Parlamento a dover decidere”.

Per quanto riguarda invece i Servizi, Conte non sembra d’accordo a lasciare la delega e sostiene: "Chi chiede al Presidente del Consiglio di dover delegare deve spiegare perché, non si fida del presidente del Consiglio? Allora bisogna cambiare la legge" perché "la legge del 2007 attribuisce al presidente del Consiglio la responsabilità politica e giuridica sulla sicurezza nazionale, ne rispondo comunque, che mi avvalga o meno della facoltà, non è obbligatorio. Queste funzioni non sono delegabili".

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x