24 Maggio 2022
Stefano Petrillo, insieme alla sorella Dalila, si è imbattuto nel settore dei prodotti ricondizionati con entusiasmo e con la voglia di ampliare il concetto di qualità legato al settore. Economica circolare, ambiente e sostenibilità sono i capisaldi
Dove possiamo acquistare i prodotti Enjoy Ricondizionati?
«I prodotti di Enjoyricondizionati.it sono acquistabili presso i Negozi TIM, Vodafone e Carrefour, oltre che sul nostro portale www.enjoyricondizionati.it»
Perché la scelta di tuffarsi nel mondo dell’elettronica e degli elettrodomestici ricondizionati?
«E’ una scelta di convenienza, sia per il cliente che per l’ambiente. L’idea è nata negli anni in cui lavoravo a Dubai ed ho visto commercializzare i dispositivi ricondizionati nei paesi emergenti dalla Apple, attraverso la sua fabbrica cinese. Questo business, mi ha affascinato da subito, l’idea di riottimizzare i prodotti rientrati dalle assistenze e dai contratti di noleggio per poi dar loro una nuova vita era una genialità, oggi è una realtà. Anche se quando i dispositivi ricondizionati sono emersi nel mercato degli smartphone nel 2013, erano a malapena conosciuti. Nel corso degli anni, il mercato è cresciuto rapidamente. Mentre nel 2018 le vendite globali di telefoni usati e ricondizionati hanno registrato 175,8 milioni di unità, il numero è rapidamente aumentato a 222,0 milioni di unità nel 2020. Le previsioni di mercato stimano che queste vendite aumenteranno a 332,9 milioni di unità nel 2023. Enjoyricondizionati.it parte dall’assunto che la tecnologia consumer è diventata ormai flat e l’utilizzo che un utente medio fa del proprio device pare sia del 5% rispetto alle potenzialità effettive del device, la nostra azienda si pone l’obiettivo di offrire ai clienti prodotti di greentech che siano trendy, affidabili, di qualità, sicuri e ad un prezzo conveniente con garanzia postvendita. Inoltre, scegliendo uno smartphone ricondizionato, riduciamo la nostra impronta di carbonio di 80 kg. Perché per produrre un nuovo telefono da zero si emettono 87 kg di CO2, mentre la produzione di un telefono ricondizionato solamente 7 kg!»
Che ruolo ha la salvaguardia dell’ambiente in tutto questo?
«Il ruolo di salvaguardia dell’ambiente è primario per il nostro brand. Non è solo l’estensione della vita del device ed i successivi processi di recupero delle materie prime che stiamo studiando per ridurre al minimo la raee e l’estrazione dal sottosuolo con impatto di circa 310kg per produrre un solo telefono, ma chi ci conosce o visita la nostra sede è al corrente delle nostre regole dove la salvaguardia dell’ambiente è un credo. In azienda si sciacqua il bicchierino del caffè per riusarlo tutta la giornata per poi buttarlo pulito nella plastica, o spesso finanziamo o facciamo noi per primi passeggiate di raccolta rifiuti nei percorsi paesaggistici Italiani. L’educazione alla pulizia della nostra terra deve essere insegnata ai giovani, generazione z e alpha, ma soprattutto alle generazioni precedenti che ancora perpetuano in abbandoni di immondizia e materiali nocivi nelle campagne e nelle acque; Enjoyricondizionati.it attraverso i suoi progetti di filantropia strategica, mira alla sensibilizzazione e a fare cultura su queste tematiche affinché tutte le generazioni di tutte le fasce sociali potranno essere consce dello stato di madre natura e possano arrivare a difenderla, con piccole azioni che se perpetrati da un’intera comunità potranno generare un grande impatto migliorativo.»
La fiducia del cliente nei confronti di questi prodotti è alta o bassa? E l’Italia, com’è messa?
«Il cliente sta imparando a conoscere cos’è un prodotto ricondizionato e l’aspettativa è spesso quella di trovare un device realmente nuovo. Io ci definisco “dei carrozzieri e meccanici con processi semi industriali, ma non dei maghi, quindi il prodotto sarà di ottima qualità, spesso come nuovo, ma bisognerà entrare nella consapevolezza che si sta acquistando un prodotto che ha avuto una precedente vita”. Abbiamo ampliato il budget di ricerca e sviluppo per i processi mirati a riportare i dispositivi ad un grado estetico qualitativamente alto, con tecniche altamente tecnologiche per la riduzione e l’eliminazione dei mini graffi. Le generazioni Y e Z oggi conoscono cos’è un prodotto ricondizionato, il gap è per la X e i baby boomers, che lo apprendono dai loro figli o dal loro posto di lavoro; sono sempre di più, infatti, le aziende interessate all’acquisto o al noleggio della nostra greentech, e della relativa comunicazione interna volta alla corretta informazione. La quota di mercato dei ricondizionati in Italia è in forte crescita e arriverà a 10% della quota di mercato entro il 2023. La fiducia, la stiamo conquistando anche attraverso dei processi guidati da un principio di blockchain, dove diamo ai nostri clienti la possibilità di visualizzare al momento dell’acquisto, attraverso un QR code applicato sulla scatola, tutti i test di diagnosi che il device ha effettuato nei nostri laboratori, inclusa la cancellazione dei dati certificata. Essere sostenibili significa anche non prendere in giro il proprio cliente, a questo proposito vi racconto di qualche giorno fa, quando è venuto da noi un cliente sincero che ci ha detto chiaramente di non aver comprato da noi perché costavamo circa il 10% in più, poi si è pentito quando portandoci il suo device e riferendoci che aveva qualcosa di strano, abbiamo scoperto essere un telefono copia. I nostri valori sono trasparenza, legalità e qualità.»
Qual è la fase più delicata del processo di ricondizionamento?
«Sicuramente è il cambio delle componenti interne, come la scheda madre, ma anche batteria o schermo, tutti processi in cui sono richieste le microsaldature, un processo molto delicato e che richiede tempo, concentrazione e precisione dei tecnici.»
Avete sede a Segrate ma Lei tiene conferenze in tutto il mondo. Mire espansionistiche?
«Si, uno dei miei miti è Mattei, l’altro è l’Ingegner Sentinelli. Credo che loro abbiano dato molto al nostro paese in termini di valore e vorrei che Enjoyricondizionati.it fosse il brand di telefonia Italiano nel mondo, in più sostenibile! Non lo lasceremo solo nel cassetto come sogno, ma stiamo lavorando con le istituzioni per realizzare questo progetto. Ahimè ci scontriamo con il mercato, competitivo spesso per motivi di evasione e contraffazione, che comunica prezzi più bassi sinonimo di illegalità e questo ci rallenta un po', ma il bene vince sempre e ci riusciremo, forse con più tempo, ma ci riusciremo. Oggi siamo già presenti in Francia, Germania e Olanda. Ai clienti piace il Made in Italy anche nella tecnologia!»
La crisi dovuta al Covid ha colpito il settore oppure il fatto di vendere prodotti praticamente nuovi a prezzo calmierato ha incentivato il mercato?
«Il covid, lo shortage di materie prime, lockdown in Cina, aumento dei prezzi che hanno portato ad un’inflazione fuori controllo, continuano a permettere ai nostri clienti di avere smartphones all’avanguardia e trendy senza spendere cifre importanti, salvaguardando la propria tasca e l’ambiente. Quindi alla tua domanda, la risposta è no, anzi ha avvicinato i clienti al mondo della greentech sia per motivi di sostenibilità ambientale che per ragioni di prezzo dopo, basta guardare il piccolo schermo dove tutte le pubblicità parlano di sostenibilità e hanno obbiettivi importanti entro il 2030 per il green deal.»
Il capitalismo sostenibile di cui lei parla e scrive tanto nei suoi post, ce lo spiega meglio?
«Certo. Crediamo che la nostra generazione è chiamata ad affrontare un passaggio epocale, quello tra Economia Lineare legata al vecchio modello capitalistico consumistico, a cui siamo abituati, al modello di Economia Circolare legato al capitalismo sostenibile. Il capitalismo sostenibile impone il riuso, attraverso un processo di ricommercializzazione di un bene e ad una serie di processi e diagnosi che prevedono il controllo ed il funzionamento del prodotto e il successivo miglioramento estetico, riducendo i difetti legati all’usura, portandolo ad un livello quasi pari al nuovo per la rivendita. In sintesi, il modello del capitalismo sostenibile mira a riportare valore sui beni usati, attraverso i suddetti processi, compito molto arduo perché attraverso la ricerca e sviluppo siamo chiamati a sviluppare processi semi industrializzati di miglioramento e controllo. Il processo produttivo esisterà sempre, ma esisterà anche il processo di ricondizionamento in tutti i campi, non solo quello elettronico (che però ne farà da capofila), vista la necessità di essere sempre connessi per motivi sia lavorativi che personali (adempiere a pagamenti per esempio), educativi, che sociali. Grazie ai prodotti ricondizionati, nessuno resterà indietro. Questo passaggio, che richiederà ancora qualche anno, impone alla generazione Y e Z di essere resilienti perché è un passaggio epocale, dove dobbiamo investire al meglio i fondi del PNRR e dobbiamo essere sostenuti dai fondi d’investimento che hanno già rivisto le loro proiezioni sui ritorni dell’investimento perché il cambiamento è ora e ci vorrà tempo per vederne i frutti, ma se non viene sostenuto adesso, dopo sarà troppo tardi.»
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