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Uninettuno, Garito: "Stiamo sperimentando università del futuro, in 3D ma partecipata: nulla a che fare con la DAD"

Maria Amata Garito, rettrice Università Uninettuno: "Stiamo già utilizzando uno spazio in 3D chiamato l'Isola del Sapere UTIU. I nostri studenti da 167 paesi nel mondo si collegano tramite avatar. Si tratta di uno spazio interattivo di discussione e dibattito. Inoltre, possiamo riprodurre qualunque location: facciamo lezione, ad esempio, nell'aula magna della Sorbona di Parigi"

07 Aprile 2022

Uninettuno, Garito: "

Maria Amata Garito

Nel biennio della pandemia in Italia più di 500mila studenti hanno abbandonato gli studi, il 13,1% dei quali nella fascia tra i 18 e i 24 anni. È quanto rilevato dagli ultimi dati Istat sulla scuola. Tra le cause sicuramente il malfunzionamento della Didattica a Distanza, tra problemi di connessione, mancanza di supporti tecnici adeguati, impreparazione degli insegnanti e difficoltà di apprendimento attraverso una modalità che penalizza l'interazione e il coinvolgimento. Non solo: la nostra società è alle prese con un sistema scuola che modernizzato a livello di strumenti e contenuti e rivolto alle nuove frontiere dell'apprendimento. Di tutto questo Il Giornale d'Italia ha parlato Maria Amato Garito, rettrice dell'Università telematica internazionale UniNettuno.

Professoressa, cosa dell'insegnamento tramite DAD non ha funzionato?

Sono tante le cose che non hanno funzionato. La prima è che non si è realizzato in breve tempo un valido collegamento alla rete in tutta Italia. Si sono create situazioni privilegiate per chi poteva usufruire di una buona rete e penalizzanti per chi non poteva. In secondo luogo, non si è intervenuto in maniera rapida in aiuto delle famiglie che non avevano a disposizione computer e Ipad. Altro punto critico è stata l'impreparazione degli insegnanti alla DAD a livello metodologico. I ragazzi sono sempre stati abituati a vedere i device tecnologici come strumenti di gioco, non come veicoli di conoscenza. Sulla rete c'è un mare di informazioni, che però non è catalogato per qualità. Gli insegnanti avrebbero dovuto individuare gli strumenti didattici di qualità già presenti e pensati per il web e indirizzare gli studenti verso questi percorsi.

Durante la pandemia è diventato ancora più chiaro che l'istruzione italiana va riformata e modernizzata: in che modo si può fare? E come l'università può venire incontro all'attuale mondo del lavoro, dove c'è bisogno di figure professionali in ambiti nuovi?

Il cambiamento non deve avvenire solo dal punto di vista degli strumenti digitali, che sicuramente sono fondamentali e devono essere integrati in maniera strutturata nel sistema scuola. In Uninettuno, cinque anni fa, abbiamo cominciato a cambiare tutti i curricula formativi, indirizzandoli verso i nuovi bisogni della società. Ad esempio, Industria 4.0, Intelligenza Artificiale, Cybersecurity, Green Energy  per la Facoltà di Ingegneria. Digital Economy, Economia Circolare e Digital Marketing per la facoltà di Economia. Neuroscenze e Cyberpsicology per la facoltà di Psicologia. Diritto della Società Digitale per la Facoltà di Giurisrpudenza poiché la nostra società, in questo momento, ha un assoluto bisogno di avvocati che conoscano bene le dinamiche della rete e i diritti lesi dei cittadini. E ancora Patrimoni Culturali e Memoria  Digitale per la Facoltà di  Beni Culturali e Comunicazione Digitale per Scienze della comunicazione.

Quali sono state le facoltà universitarie più penalizzate dalla DAD?

Sicuramente le facoltà scientifiche che richiedono l'uso frequente di laboratori, come ingegneria, chimica, biologia. Gli studenti degli atenei che non sono riusciti a ricreare dei laboratori virtuali, come abbiamo fatto noi, sono stati penalizzati nell'apprendimento.

Come sarà l'università del futuro?

Noi come UniNettuno stiamo già utilizzando ed espandendo l'Università del Metaverso, uno spazio in 3D chiamato l'Isola del Sapere. I nostri studenti, che vengono da 167 paesi diversi del mondo, si collegano sulla piattaforma tramite i loro avatar.  Guidati dai docenti/tutor, gli studenti dibattono su ciò che hanno studiato e sviluppano senso critico, sono al centro del processo formativo. Non viene utilizzato il classico metodo di insegnamento unidirezionale ma il modello di classe capovolta. Un altro aspetto stupendo della nostra Isola del Sapere è che possiamo riprodurre qualunque location. Abbiamo svolto numerose lezioni, ad esempio, nell'aula magna della Sorbona di Parigi che abbiamo ricostruito in realtà virtuale.
Un altro aspetto da considerare, è che in questi due anni di pandemia, si è persa molto la dimensione sociale della scuola e dell'università. Per questo ho voluto ricreare all'interno della nostra università in 3D anche degli spazi ricreativi dove poter giocare insieme a carte, scacchi, giochi di società e persino fare una partita a tennis. Tutto tramite i nostri avatar.
Ovviamente devo dire che si tratta di un progetto a livello sperimentale. L'esperienza è molto positiva ma funzionerà a pieno regime quando avverrà una piena l’evoluzione della tecnologia 3D e soprattutto delle connessioni internet ad alta velocità consentite da 5G e 6G. Posso dire però che l'Isola del Sapere di UniNettuno sarà sicuramente il futuro del nostro ateneo.

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