12 Luglio 2021
Se in tutto il mondo “Orange is the new black”, a Montecarlo “Green is the new glam”.
Nel cuore pulsante del Principato di Monaco si è appena conclusa l’ottava edizione dell’Energy Boat Challenge, organizzata dallo Yacht Club de Monaco, in collaborazione con la Federazione Internazionale di Motonautica (UIM) e la Fondazione Principe Alberto II di Monaco.
Il club, fondato dal principe Ranieri III nel 1953, ha una grande priorità: parlare (e promuovere) di nuovi sistemi di propulsione alternativi per tutelare il nostro mare. Se ci sono macchine e motorini elettrici, perché non le barche?
“Il cambiamento verso un’energia green è obbligatorio se vogliamo continuare a navigare. Anzi, direi che è necessario. Dobbiamo essere eco-responsabili”, ci ha raccontato il Segretario Generale e Amministratore delegato dello Yacht Club Bernard d’Alessandri.
Per lo Yacht Club l’Energy Boat Challenge è solo uno degli incontri legati al mondo della navigazione ecosostenibile. “Tutto sta cambiando. Se 100 anni fa a Montecarlo si facevano competizioni con barche a vapore, adesso stiamo utilizzando l’energia solare o a idrogeno” prosegue Bernard d’Alessandri.
“Alle barche ormai si possono garantire lo stesso comfort, la medesima stabilità e velocità, utilizzando altri tipi di materiale. Tutto questo grazie alla tecnologia”.
Se il cambiamento è partito dalle imbarcazioni, è inevitabile che non coinvolga anche porti e marine. “Non possiamo assolutamente avere barche green senza pensare alla nostra marina. Per costruire un porto tradizionale ci vogliono innumerevoli tonnellate di cemento. Nella nautica bisognerà avere il giusto tipo di consumi e di elettricità. Non sarà facile e ci vorrà del tempo. Ma la tecnologia esiste già”.
Un cambiamento di rotta del presente, per un avvenire più ecologico. “Come me lo immagino il futuro? Ogni barca caratterizzata da un tipo di energia differente. Bisogna capire che un’imbarcazione non va sempre a tutta velocità. Può avere tempi diversi. Dipende da molte situazioni: se si è in mare aperto o in porto”.
Per d’Alessandri la passione per la nautica ha radici profonde. E quando si ritrova tra cielo e mare, ad assaporare la vera essenza che la vita dovrebbe avere, entra in un'altra dimensione. Proprio per salvaguardare quell’autentica sensazione di libertà che solo il profondo blu riesce a far provare, è nata “The Sea Index”. L’associazione fa parte del progetto Monaco, Capital of Yachting, avviato da YCM, istituita con Credit Suisse, che intende riunire cantieri, operatori e armatori per definire obiettivi da raggiungere in materia di riduzione delle emissioni.
L'obiettivo principale di Montecarlo è diventare il più grande sistema mondiale di classificazione dell'inquinamento atmosferico per i superyacht, che può essere esteso anche ad altri settori e quindi portare a un indice di sostenibilità multiforme.
Nella perla del Principato di Monaco l’attenzione per l’oceano e le biodiversità ha origini antiche. Già il Principe Alberto I nel diciannovesimo secolo aveva intrapreso quasi 30 campagne oceanografiche, impegno portato avanti oggi da SAS il Principe Alberto II attraverso la sua fondazione.
Ora grazie alle solide tradizioni e alle tecnologie avanzate possiamo davvero fermare l’inevitabile e continuare a navigare a mente leggera, perché solo in mare si è davvero liberi.
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