21 Settembre 2025
Il Ministro degli Esteri Takeshi Iwaya (fonte: @The Asahi Shimbun)
Tokyo non riconoscerà lo Stato di Palestina all'Assemblea delle Nazioni Unite prevista per la prossima settimana. Motivo? Il timore che simile decisione possa influire negativamente sui legami diplomatici con gli Stati Uniti e possa aggravare la situazione in Medio Oriente.
È quanto comunicato dai principali media nipponici, secondo i quali il Giappone sta finalizzando i piani per non riconoscere la Palestina andando di fatto ad accodarsi all'esempio statunitense, fedele alleato israeliano. Una decisione descritta dagli analisti come "imbarazzante" e che cozza profondamente con quanto fatto finora da altri alleati Usa e membri Nato quali Canada, Francia, Australia, Norvegia, Spagna, Irlanda e Belgio. La posizione di Tokyo però giunge profondamente influenzata dall'ascendente degli Stati Uniti che hanno "espresso la loro opposizione al Giappone in merito alla questione", comunicano i media citando fonti governative. A quanto emerge inoltre, il primo ministro Shigeru Ishiba, che lo scorso 7 settembre aveva rassegnato le sue dimissioni dopo la perdita della maggioranza in Parlamento, non sarà presente alla conferenza Onu per discutere la soluzione dei due Stati. Mentre quasi 150 Stati si sono già espressi sulla volontà di riconoscere formalmente la Palestina, il Giappone temporeggia e riflette sulla risposta da dare. Molti funzionari governativi infatti hanno sollevato dubbi sul potenziale risolutivo che dovrebbe avere tale riconoscimento, una posizione similare a quella già assunta dal Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani che, solo due giorni fa, affermava: "Non possiamo riconoscere oggi lo Stato palestinese perché è assolutamente inutile". Per i giapponesi dunque valgono gli stessi "dubbi" e anzi, si avanzano speculazioni secondo cui riconoscere lo Stato Palestinese potrebbe addirittura irrigidire ulteriormente la posizione di Israele più di quanto non lo sia già. Da un lato dunque il continuo sostegno alla soluzione dei due Stati, dall'altro la linea "cauta".
"Dobbiamo considerare seriamente cosa porterebbe realisticamente a una soluzione dei due Stati" ha riferito il Ministro degli Esteri Takeshi Iwaya mettendo le mani avanti. "Esortiamo vivamente Israele ad adottare immediatamente misure concrete per porre fine alla grave crisi umanitaria e a rispettare il diritto internazionale, incluso il diritto internazionale umanitario" ha aggiunto Iwaya. La posizione ondivaga del Giappone però ha alimentato non pochi toni critici, specie tra gli esperti e accademici nipponici. "Trovo la posizione del Giappone imbarazzante" ha riferito in anonimato un consigliere diplomatico del governo. "La decisione di non riconoscere la Palestina è stata quasi certamente una sorta di gesto nei confronti degli Stati Uniti. Ci sono già abbastanza questioni commerciali e di sicurezza sotto stress".
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