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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Le avventure di Valentina Ferragni: rischia in moto d'acqua, ma pone un problema serio...

Una influencer racconta: ho fatto una scelta, ma non dovevano lasciarmela fare. Sembra una stupidaggine, è il nuovo mondo che ci aspetta, che già è qua: che decide per noi, ci impedisce ogni scelta, ma "per il nostro bene".

23 Agosto 2023

Valentina Ferragni

Fermi tutti. Noi qui a trastullarci, a segarci come sempre su cose di nessuna importanza, i vaccini, le reazioni avverse, chi casca, chi muore, coi lettori che poi ci scrivono, ma smettila di dare sempre la colpa ai vaccini, Celine Dion è malata perché è malata (cfr. Paolo Panelli: “Cosa è il bricolage? Il bricolage è il bricolage”), guerre, crisi, spaccature, benzine, accise, e intanto dei veri, autentici drammi che sfiorano la tragedia non ne parla nessuno. Siamo tutti complici, tutti colpevoli, come si diceva negli anni ‘80, quelli di Toto Cutugno, ma anche ‘70, quelli di Toni Negri, ma anche ‘60, quelli di Mario Capanna, siamo tutti responsabili, è la società, è l’informazione venduta ai poteri forti. Ma io, per la Madonna, non ci sto, io mi ribello e parlo, qui, adesso, delle vere cose di cui tutti dovrebbero parlare se ancora una coscienza la tenessero. Valentina Ferragni, di professione sorella di Chiara, ha forse rischiato la vita insieme al neofidanzato, Matteo Napoletano, di professione neofidanzato della sorella di, in una atroce, ma ingiusta, ma eroica, spedizione sulle moto d’acqua. Ma lasciamo il racconto alla protagonista, anzi alla vittima, nostra vittima, siamo tutti colpevoli, siamo tutti complici: la scena è Saint-Barth, che voi miserabili non sapete dove sta, manco io per la verità, ‘spetta che la cerco su Google, comunque voi, con la pelle scura rugosa che puzza, e si capisce, magari pure un po’ ricchioni, busoni, ma non allarghiamo, insomma Saint-Barth è un’isolina un’isoletta delle Antinelle Francesi, e va beh, adesso uno cosa deve stare, a Cesenatico, come Gigi e Andrea, in pieno agosto, mo’ dai, diamo uno schiaffo alla miseria, chi più spende meno spende. E qui la sorella e il fidanzato della sorella di fanno una escursione sul mare, con le moto d’acqua, e “abbiamo deciso di prenotare un giro di un'ora e mezza in moto d'acqua con la guida. […] C'era Matteo, io dietro di lui, poi, la guida e un altro ragazzo, ci mettono il giubbotto di salvataggio e ci spiegano come mettere in moto e guidare. «Il cielo era nerissimo. La guida parte da sola e noi rimaniamo indietro, quindi, Matteo ha cominciato a correre ma, a un certo punto, prendiamo un'onda fortissima e cadiamo in mare aperto. Nella caduta non so se ho sbattuto le costole contro la moto o Matteo ma fatto sta che non riuscivo a respirare per la botta. Eravamo da soli, per fortuna che l'altro ragazzo ci ha visti e ci ha soccorso. Arriviamo a riva e la guida ci chiede comunque i soldi, fregandosene di ciò che era successo. Abbiamo litigato ma l'abbiamo pagato comunque. Non è per il prezzo in sé ma io dico, se sai che le condizioni del tempo sono così perché ci fai uscire? Alla fine, comunque, mi sono rotta due costole”. Non è la lanciata a Nostro Signore Crocifisso perché è molto di peggio, è una violenza a una donna giovane, bianca, con la pelle di latte, no scura rugosa che puzza. E anche, crediamo, etero, quindi normale, una che procrea. Adesso che facciamo? No, dico, la lasciamo lì? Valentina, con uno stile narrativo potentissimo, a metà fra l’Hemingway de “Il vecchio e il mare” e il Melville de “La balena bianca”, solleva un problema reale, per lo Iddio. Un problema urgente. Di responsabilità. Di tutela. Ermeneutico. Politologico. Storicistico. Gnostico. Teleologico. Epistemologico. Maieutico. Cioè dico io, anzi lei dice, io voglio fare una cosa ma se tu sai che è sbagliata perché me la lasci fare? È il dirigismo virtuoso di matrice europea, è il moralismo piddino ma anche fratellitaliano, ma di tutta la politica in effetti, è il vaccino controvoglia ma per il tuo bene, è il tu non devi pensare, decidere, non devi essere libero, “la libertà non è più proritaria”, come ci ammaestravano in quei giorni, radiosi giorni di prigionia, e come torneranno a fare appena possibile. te lo diciamo noi cosa fare e non fare. Con le app. La macchina elettrica. Il pianeta da salvare. Fanculo al Vangelo, al Padreterno del libero arbitrio, alla responsabilità individuale dell’individuo, del soggetto. Tutti oggetti, mattoncini di un muro, chi alle Antinelle chi a Brugherio, ma tanto il muro è globalee.

“Ma io dico, se sai che le condizioni del tempo sono così perché ci fai uscire?”. Giustissimo. È una interdetta, incapace di intendere e di volere Vale col neofidanzo? No, è una influencer minore di una influencer maggiore: per Barbie la vita non è reale, non un susseguirsi di cause ed effetti, scelte e conseguenze, è solo pompe e circostanze (absit injuria verbis: cito Edward Elgar, compositore novecentesco), per dire di scatti e di contatti, di selfie e di vacanze. Devono essere guidati, devono decidere loro ma tramite altri che decidono per loro. Hanno appena quei 30 anni, lei almeno, Cristo è morto a 33 ma come influencer un dilettante. E noi qui a far finta di niente. Intanto, io proporrei un crowfunding per le spese: perché poi lo hanno pagato, alla guida, nobilmente, senza contare le cure mediche, sono anche cose delicate, quello mica è il costato di uno straccione, è delicato, va gestito come si conviene. Poi occorre una riflessione, molto ampia, sullo stato della informazione: possibile che una situazione così grave, così allucinante, a un passo dalla tragedia, dalla perdita incolmabile, non trovi spazio nel nostro panorama informativo? Fortuna ci hanno pensato Leggo, Dagospia e, adesso, immodestamente chi scrive. Ma questa sarebbe roba da prima pagina, da apertura di tigì. Bergoglio che dice? Perché tace? Non esiste solo la “cara Ucraina”, esimio papa. Mettiamoci pure la problematica dei cambiamenti climatici, che Vale appropriatamente, ma con discrezione, solleva, perché se tu pigli la moto d’acqua e d’improvviso, tutto d’un tratto, come Tino Scotti con la Pasta del Capitano, “il cielo era nerissimo”, arriva l’onda, l’onda che sfonda, e una influencer casca e batte la testolina sullo scafo, insomma allora hanno ragione gli attivisti di Ultima Generazione, ha ragione la Greta Qualcosa che fa piangere il Pichetto, ha ragione l’altra Greta, quella morirete tutti bastardi come osate. Greta per Vale, Vale per Chiara, Chiara per sé. Ho visto lei che selfa me che selfa lui che selfa lei che casca in moto d’acqua, nanananana, nanananana. Io devo dire che mi vergono molto di far parte di un giornalismo omertoso, che non sa più fare l’agenda, per dire la scansione quotidiana delle notizie, al limite l’agenda 2030, e non mi pare giusto che una nuova Crista, una Messia in moto d’acqua, purissima italianissima normalissima, col costato martoriato, le stimmate non so, non venga ascoltata nella sua denuncia contro un modo di fare che, per vil denaro, lascia libera la gente di fare quello che vuole, anche in trasferta ai Caraibi dove per fortuna amor omnia vincit però sorridevamo ignari dell’incubo, però mi sono rotta due costole, però non si fa così. Liberi e liberisti sì, ma nel quadro di un dirigismo compassionevole, autoritario, morbido ma all’occorrenza rigoroso, spietato, come piace a Bruxelles: tu puoi anche non bucarti, però se non ti buchi non esci; s ti buchi di eroina se un vizioso, se di una pozione che tengono segreta sei un cittadino modello, anche un patriota. Non c’è contraddizione, c’è il nuovo mondo che ci aspetta, che già viene, qualcosa che somiglia alla democrazia autoritaria, poi quando la vivi addosso, sulla pelle, ti accorgi che di democrazia ce n’è rimasta poca.

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