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Stati Uniti tagliano aiuti a Onu a $ 2mld nel 2026 da 2,7mld nel 2025, $11mld nel 2024 e 14mld nel 2023: “Per finanziare il militare”

L’amministrazione Trump ha avvertito le agenzie Onu che dovranno “adattarsi, ridursi o morire”. I fondi statunitensi saranno convogliati attraverso un meccanismo centralizzato gestito dall’Ocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari

29 Dicembre 2025

Stati Uniti tagliano aiuti a Onu a $ 2mld nel 2026 da 2,7mld nel 2025, $11mld nel 2024 e 14mld nel 2023: “Per finanziare il militare”

Fonte: imagoeconomica

Stati Uniti riducono drasticamente il loro impegno finanziario verso le Nazioni Unite, portando gli aiuti umanitari a 2 miliardi di dollari nel 2026, contro i 2,7 miliardi del 2025, gli 11 miliardi del 2024 e i 14 miliardi del 2023. Una scelta che segna un cambio di rotta netto della politica estera americana, caratterizzata da meno risorse per l’assistenza globale e più spazio alla spesa militare e alla difesa, con effetti immediati su milioni di persone vulnerabili nel mondo.

Stati Uniti tagliano aiuti a Onu a $ 2mld nel 2026 da 2,7mld nel 2025, $11mld nel 2024 e 14mld nel 2023: “Per finanziare il militare”

L’amministrazione del presidente Donald Trump ha annunciato che nel 2026 Washington contribuirà con soli 2 miliardi di dollari agli aiuti umanitari dell’Onu, una cifra che rappresenta un crollo rispetto agli anni precedenti. La decisione arriva dopo una serie di tagli agli aiuti esteri e si inserisce in un contesto più ampio di revisione delle priorità di bilancio, con l’obiettivo dichiarato di rafforzare la difesa. Secondo i dati delle Nazioni Unite, negli ultimi anni tutti i finanziamenti umanitari statunitensi avevano raggiunto circa 17 miliardi di dollari l’anno, rendendo gli Stati Uniti il principale donatore globale. Il ridimensionamento attuale contribuisce però a una grave crisi di finanziamenti per il sistema umanitario internazionale, aggravata dal fatto che anche altri grandi donatori occidentali, come Germania, Francia e Regno Unito, hanno ridotto i loro contributi.

L’amministrazione Trump ha avvertito le agenzie Onu che dovranno “adattarsi, ridursi o morire”, chiedendo una riforma radicale del modo in cui gli aiuti vengono distribuiti. I fondi statunitensi saranno convogliati attraverso un meccanismo centralizzato gestito dall’Ocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, che avrà un ruolo rafforzato nel decidere come e dove allocare le risorse.

I tagli agli aiuti hanno costretto molte organizzazioni affiliate all’Onu - come il Programma alimentare mondiale, l’Unhcr e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni - a ridurre programmi, chiudere centri di assistenza e licenziare personale. In Paesi come Afghanistan, Haiti, Messico, Myanmar e Thailandia, la sospensione dei finanziamenti ha portato alla chiusura di cliniche, rifugi e servizi essenziali per rifugiati e sfollati. I critici accusano Washington di una scelta miope, che rischia di aumentare fame, malattie e instabilità globale, oltre a danneggiare il soft power americano. Secondo diverse organizzazioni umanitarie, la riduzione degli aiuti espone a pericoli gravi milioni di persone già vulnerabili e mina il diritto internazionale alla protezione.

La decisione degli Stati Uniti si inserisce infine in un più ampio ripiegamento dal multilateralismo, che include il disimpegno o il ritiro da accordi e organismi internazionali come l’Accordo di Parigi sul clima, l’Organizzazione mondiale della sanità e il Consiglio Onu per i diritti umani. Un cambio di paradigma che, mentre rafforza il settore militare, lascia l’Onu e il sistema umanitario globale ad affrontare una delle crisi di finanziamento più gravi degli ultimi decenni.

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