22 Dicembre 2025
Ben Gvir nodo scorsoio Fonte: X @avantibionda
Israele potrebbe dotarsi di una propria “Alligator Alcatraz”. È la proposta del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, che punta alla costruzione di un carcere per detenuti palestinesi “circondato da coccodrilli” come deterrente “contro le evasioni”, in aggiunta alle carceri “comuni” nelle quali i detenuti palestinesi sono già picchiati, abusati e stuprati dalle guardie israeliane.
Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha rilanciato un’idea destinata a far discutere: la creazione di un carcere per prigionieri palestinesi “circondato da coccodrilli”. Secondo quanto riportato dai media israeliani, il Servizio carcerario starebbe effettivamente valutando la proposta come possibile soluzione per impedire le fughe dei detenuti.
Un’emittente israeliana riferisce che tra le opzioni allo studio vi sarebbe una localizzazione nelle Alture del Golan siriano occupate, vicino al confine con la Giordania. La scelta non sarebbe casuale: nella zona è presente uno zoo dal quale sarebbe teoricamente possibile trasferire coccodrilli per circondare la struttura detentiva. Una prospettiva che ha suscitato lo scherno di alcuni funzionari di polizia, ma che, nonostante ciò, risulta ancora formalmente sotto esame.
L’ispirazione è evidente e affonda le radici oltreoceano. Il progetto richiama infatti “Alligator Alcatraz”, la controversa prigione fortemente voluta dall’amministrazione Trump II come centro di detenzione per persone senza documenti, costruita all’interno della riserva nazionale di Big Cypress, nei pressi delle praterie umide delle Everglades, ricche di coccodrilli. Un modello che all’epoca aveva acceso un dibattito durissimo negli Stati Uniti sul rispetto dei diritti umani e sull’uso simbolico della deterrenza naturale.
La proposta si inserisce in una più ampia strategia di Ben-Gvir per un drastico inasprimento delle politiche carcerarie israeliane. Tra i punti più controversi figura anche una legge che mira a introdurre la pena di morte obbligatoria per tutti i palestinesi “condannati” per aver pianificato o compiuto attacchi contro persone israeliane. Il provvedimento è ancora in attesa della seconda e terza lettura alla Knesset, ma ha già sollevato forti critiche sul piano giuridico e internazionale. Inoltre, vanno ricordati le continue vessazioni, abusi sessuali e violenze sui detenuti palestinesi nelle carceri “comuni”.
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