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Israele, 16enne palestinese-americano Mohammed Ibrahim liberato dopo 9 mesi di carcere: "Arrestato illegalmente a casa sua in Cisgiordania" - VIDEO

Il sedicenne ha trascorso nove mesi in detenzione senza essere formalmente accusato nella prigione di Ofer, in Cisgiordania. Era stato arrestato il 16 febbraio con l'accusa di aver "lanciato pietre ai coloni israeliani"

30 Novembre 2025

L’adolescente palestinese-americano Mohammed Ibrahim è stato liberato nove mesi dopo il suo arresto da parte delle forze israeliane durante un raid notturno nella Cisgiordania occupata, come riferito giovedì dal Consiglio per le relazioni americano-islamiche (CAIR) statunitense.

Il sedicenne ha trascorso nove mesi in detenzione senza essere formalmente accusato nella prigione di Ofer, in Cisgiordania. Stando al Servizio carcerario israeliano, circa 350 minori palestinesi si trovano nelle carceri israeliane per ragioni di sicurezza; molti non sono mai stati incriminati e, secondo ONG e Nazioni Unite, hanno subito abusi o torture.

Il 16enne, arrestato il 16 febbraio, sarebbe stato prelevato quando i militari israeliani hanno fatto irruzione nell’abitazione della sua famiglia ad al-Mazra'a ash-Sharqiya, in Cisgiordania. Secondo quanto riportato dalle Idf, il giovane sarebbe stato arrestato in quanto accusato di "aver tirato pietre ai coloni israeliani", accusa che la sua famiglia ha respinto più volte. I familiari hanno denunciato inoltre che il suo arresto sarebbe "illegale" e che durante la detenzione in una prigione militare israeliana Mohammed sarebbe stato sottoposto a "percosse, a privazioni di cibo e ad altri maltrattamenti".

Il CAIR Florida, commentando la notizia del rilascio, ha dichiarato sul social X: "Mohammed avrebbe dovuto trascorrere quest'anno studiando per ottenere il permesso di apprendimento e godendosi il tempo con la sua famiglia, non rinchiuso in una prigione militare, picchiato, affamato e terrorizzato. Il suo rilascio è motivo di festa, ma deve anche rappresentare un punto di svolta. Gli Stati Uniti non possono continuare a fornire supporto incontrollato a un governo che tortura i bambini americani".

Anche il CAIR National ha accolto positivamente il suo ritorno, pur ricordando la necessità di evitare che simili abusi si ripetano: "Il ritorno a casa di Mohammed è una benedizione, ma non cancella le torture e le sofferenze che ha sopportato", aggiungendo che "Il governo degli Stati Uniti ha la responsabilità di indagare sugli abusi commessi da Israele ai danni di un cittadino americano e di garantire che nessun altro bambino, americano o palestinese, sia sottoposto allo stesso trattamento".

Lo zio del ragazzo, Zeyad Kadur, ha dichiarato che la famiglia sente un grande sollievo dopo mesi di angoscia: "Non ci sono parole per descrivere l'immenso sollievo che proviamo come famiglia in questo momento, nell'avere Mohammed tra le braccia dei suoi genitori", affermando inoltre che ora l’attenzione è rivolta a garantirgli cure mediche dopo "gli abusi e le condizioni disumane in cui Israele è stato costretto per mesi". Kadur ha anche esortato il "governo americano a proteggere le nostre famiglie", ricordando che "Mohammed è stato costretto a trascorrere il suo sedicesimo compleanno ingiustamente imprigionato da Israele, separato dalle persone che lo amavano. Ora che Mohammed è con la sua famiglia, possiamo finalmente augurargli buon compleanno".

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