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Israele, 22mila soldati feriti da 7 ottobre 2023, crisi salute mentale: 58% pazienti ha depressione, ansia o sindrome stress post-traumatico

Israele riferisce di 22 mila soldati feriti dal 2023, con il 58% affetto da disturbi mentali. A Gaza oltre 70 mila morti e 171 mila feriti secondo le autorità locali

09 Dicembre 2025

Israele, 22mila soldati feriti da 7 ottobre 2023, crisi salute mentale: 58% pazienti ha depressione, ansia o sindrome stress post-traumatico

Un report del Ministero della Difesa israeliano ha evidenziato come, dal 7 ottobre 2023, il numero dei soldati feriti sia salito a 22 mila soldati, poi presi in carico dal sistema sanitario nazionale. Grazie ai dati, ci si è accorti di una vera e propria crisi legata alla salute mentale: il 58% dei soldati feriti ha sviluppato problematiche psichiche come depressione, ansia o sindrome da stress post-traumatico.

Israele, 22mila soldati feriti da 7 ottobre 2023, crisi salute mentale: 58% pazienti ha depressione, ansia o sindrome stress post-traumatico

Il Ministero della Difesa israeliano ha reso noto che quasi 22 mila soldati sono stati feriti dall’inizio del genocidio a Gaza nell’ottobre 2023. Il dato, comunicato lunedì 8 dicembre in una nota ufficiale, offre un quadro aggiornato dell’impatto umano delle ostilità sul personale militare israeliano, mentre le operazioni continuano a coinvolgere più fronti regionali.

Secondo il ministero, i feriti sono stati inseriti nel programma di assistenza del Dipartimento della Riabilitazione, che registra ogni mese circa 1500 nuove richieste di trattamento. Di particolare rilievo è la dimensione psicologica della crisi: circa il 58% dei soldati feriti presenta disturbi legati alla salute mentale, una percentuale che riflette il peso del genocidio prolungato e l’elevata esposizione a situazioni traumatiche.

La nota ministeriale precisa inoltre che il Dipartimento della Riabilitazione assiste attualmente 82.400 veterani feriti, includendo non solo coloro colpiti nel genocidio in corso ma anche i militari coinvolti in guerre precedenti. Il 26% dei pazienti attuali, però, è stato ferito negli ultimi due anni, un dato che conferma l’intensa attività militare degli ultimi mesi.

Le difficoltà psicologiche emergono anche dai dati pubblicati dall’esercito israeliano a ottobre, che riportano 279 tentativi di suicidio tra il personale militare in 18 mesi, di cui 36 con esito fatale. Questi numeri hanno alimentato un acceso dibattito in Israele sulla necessità di rafforzare il sostegno psicologico ai militari e sull’impatto a lungo termine delle operazioni.

Nel frattempo, i dati provenienti dalle autorità sanitarie di Gaza indicano che dal 7 ottobre, gli attacchi israeliani hanno causato oltre 70 mila morti, in gran parte donne e bambini, e più di 171 mila feriti. Nello stesso periodo, Israele ha condotto operazioni militari anche contro obiettivi in Libano, Yemen, Iran e Siria, ampliando il raggio delle tensioni e ridisegnando gli equilibri regionali.

Il quadro generale evidenzia un genocidio che continua a produrre un impatto drammatico su larga scala, sia nella Striscia di Gaza sia all’interno della società israeliana, dove cresce la pressione sul sistema sanitario militare e sul supporto ai veterani.

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