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Gaza, Amnesty denuncia: "Genocidio continua nonostante tregua, Israele viola cessate il fuoco e strangola popolazione palestinese" - il RAPPORTO

Amnesty denuncia che, nonostante il cessate il fuoco, Israele continua a imporre condizioni letali alla popolazione di Gaza e chiede azioni urgenti della comunità internazionale

01 Dicembre 2025

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Gaza

Un nuovo rapporto di Amnesty International ha denunciato le continue violenze e ostilità in corso a Gaza, nonostante la tregua del 9 ottobre. L'Ong ha infatti dichiarato che il "genocidio dei palestinesi per mano di Israele continua tramite una continua violazione del cessate il fuoco".

Gaza, Amnesty denuncia: "Genocidio continua nonostante tregua, Israele viola cessate il fuoco e strangola popolazione palestinese" - il RAPPORTO

A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e dopo il rientro in Israele di tutti gli ostaggi ancora in vita, Amnesty International accusa le autorità israeliane di continuare a commettere il crimine di genocidio contro la popolazione palestinese. In un nuovo documento diffuso oggi, l’organizzazione sostiene che, nonostante la riduzione degli attacchi e un limitato aumento degli aiuti umanitari, le condizioni di vita nella Striscia restano “deliberatamente insostenibili” e non vi sarebbe alcun segnale di un cambiamento nelle intenzioni di Israele.

Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty, avverte del rischio di una “pericolosa illusione di normalità” generata dalla tregua, denunciando che la popolazione palestinese continua a essere esposta a privazioni estreme. L’organizzazione ricorda che già nel dicembre 2024 aveva concluso, al termine di una lunga indagine, che Israele stesse realizzando tre atti vietati dalla Convenzione sul genocidio: uccisioni, gravi lesioni fisiche o mentali e imposizione intenzionale di condizioni di vita tali da portare alla distruzione del gruppo.

Secondo Amnesty, dal 9 ottobre – data dell’annuncio del cessate il fuoco – almeno 327 palestinesi, tra cui 136 minorenni, sarebbero stati uccisi da attacchi israeliani. L’accesso agli aiuti resta fortemente limitato e Israele violerebbe diversi ordini della Corte internazionale di giustizia, che aveva chiesto di garantire assistenza alla popolazione. Il blocco prolungato, l’assenza di servizi essenziali e l’impossibilità di ricostruire infrastrutture vitali continuano, secondo Amnesty, a esporre la popolazione a carestia, malattie e condizioni “potenzialmente letali.

L’organizzazione denuncia inoltre che l’esercito israeliano occuperebbe oggi oltre metà della Striscia, impedendo l’accesso alle terre fertili e al mare, privando così la popolazione di mezzi di sostentamento autonomi. Callamard critica anche l’allentamento della pressione internazionale, evidenziando decisioni come la ripresa della fornitura di alcune armi da parte della Germania e il congelamento del voto europeo per sospendere l’accordo commerciale con Israele.

Amnesty chiede la fine del blocco, il pieno accesso agli aiuti, il ripristino dei servizi essenziali e l’ingresso di osservatori indipendenti e giornalisti nella Striscia. “Il cessate il fuoco non deve diventare una cortina fumogena”, afferma Callamard, “dietro cui continuano politiche che mettono a rischio la sopravvivenza dei palestinesi”.

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