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Trump, Cina e Taiwan: come la sospensione degli aiuti militari ridefinisce la geopolitica e il commercio globale

La strategia americana resta fortemente transazionale: ogni decisione politica o militare è misurata in termini di vantaggio immediato e leva negoziale, con implicazioni profonde per il commercio globale e la sicurezza regionale

27 Ottobre 2025

Trump, Cina e Taiwan: come la sospensione degli aiuti militari ridefinisce la geopolitica e il commercio globale

Donald Trump, Xi Jinping (fonte: Lapresse)

La recente intesa tra Stati Uniti e Cina sui dazi ha acceso un clima di ottimismo nei mercati asiatici. La Borsa di Tokyo ha superato la soglia dei 50.000 punti, con il Nikkei che ha chiuso a 50.337,36, sostenuto da titoli finanziari ed elettronici. A Seul, il Kospi ha oltrepassato i 4.000 punti, segnando un aumento di oltre il 2% in apertura. L’accordo preliminare tra le due superpotenze evita l’entrata in vigore di tariffe del 100% e apre la strada a un incontro tra Donald Trump e Xi Jinping. Il clima positivo riflette sia la fiducia nei settori legati all’intelligenza artificiale sia le aspettative sulle politiche economiche della nuova amministrazione giapponese.

Dazi e negoziazioni: il Canada nel mirino di Trump

Mentre i negoziati con la Cina avanzano, Trump ha improvvisamente interrotto le trattative commerciali con il Canada a causa di uno spot pubblicitario contenente riferimenti a Ronald Reagan. La reazione statunitense rischia di complicare i rapporti con uno dei principali partner commerciali e di destabilizzare la strategia economica nordamericana. L’episodio evidenzia il modello transazionale della politica estera trumpiana: ogni azione diplomatico-commerciale è subordinata a interessi immediati, spesso indipendenti dalle alleanze storiche o dagli impegni internazionali.

Taiwan e la politica degli aiuti militari

La questione taiwanese rimane al centro della strategia statunitense. Dal Taiwan Relations Act (TRA) del 1979 al Taiwan Enhanced Relations Act (TERA) del 2023, gli USA hanno sempre garantito supporto militare a Taipei, tramite vendita di armi o strumenti come il Presidential Drawdown Authority. Tuttavia, Trump ha recentemente sospeso l’invio di 400 milioni di dollari in aiuti diretti all’isola, segnando una rottura rispetto alle consuetudini diplomatiche degli ultimi decenni. Questa scelta potrebbe essere interpretata sia come concessione negoziale a Pechino, sia come strumento di pressione su Taipei per ottenere maggiore spesa militare o concessioni commerciali.

Semiconduttori: la nuova leva strategica

I chip taiwanesi, prodotti da TSMC, sono essenziali per l’industria americana. Aziende come Apple, Nvidia, Intel e AMD dipendono dai semiconduttori avanzati prodotti sull’isola. Nonostante investimenti statunitensi per la produzione locale, la capacità rimane inferiore e il trasferimento completo delle fabbriche negli USA appare improbabile. La sospensione degli aiuti militari a Taiwan potrebbe quindi essere una leva negoziale per esercitare pressione sulla TSMC e assicurarsi condizioni più favorevoli nell’ambito dei chip di ultima generazione, un settore cruciale per la difesa e l’economia statunitense.

Scenari futuri e implicazioni geopolitiche

Diversi scenari emergono dalle mosse di Trump:

  1. Allontanamento da Taipei: potrebbe spingere Taiwan a una posizione più cauta, favorendo Xi Jinping e riducendo il rischio di conflitto militare, ma indebolendo la proiezione statunitense nell’Indo-Pacifico.
  2. Pressione negoziale su Taipei: Trump potrebbe usare il blocco degli aiuti per ottenere maggiori investimenti nella difesa o concessioni sui semiconduttori.
  3. Dialogo bilaterale con Pechino: la sospensione può essere vista come strumento per stimolare concessioni commerciali cinesi, nel contesto di un accordo sui dazi più ampio.

In ogni caso, la strategia americana resta fortemente transazionale: ogni decisione politica o militare è misurata in termini di vantaggio immediato e leva negoziale, con implicazioni profonde per il commercio globale e la sicurezza regionale.

Il panorama geopolitico attuale evidenzia come la combinazione tra mercati in fermento, tensioni commerciali e dinamiche di sicurezza stia ridefinendo equilibri consolidati. La politica estera di Trump, caratterizzata da scelte improvvise e transazionali, costringe sia gli alleati che gli avversari a ricalcolare strategie e priorità. Mentre i mercati asiatici festeggiano la tregua sui dazi, la vera partita si gioca tra Washington, Pechino e Taipei, dove ogni mossa può alterare non solo gli equilibri economici ma anche la stabilità strategica dell’Indo-Pacifico.

Di Riccardo Renzi

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