16 Ottobre 2025
Papa Leone XIV, fonte: Youtube, @Vatican News
Nel suo discorso alla FAO per il suo 80esimo anniversario, Papa Leone XIV ha lanciato un appello forte e accorato contro l'uso strumentale del cibo nei conflitti contemporanei criticando, senza esplicitarlo, la condotta di Israele durante la guerra a Gaza. "Gli scenari dei conflitti attuali hanno fatto riemergere l'uso del cibo come arma da guerra", ha denunciato il Pontefice, sottolineando con amarezza che "sembra allontanarsi sempre più quel consenso espresso dagli Stati che considera un crimine di guerra la fame deliberata, come pure l'impedire intenzionalmente l'accesso al cibo a comunità o interi popoli".
Richiamando i principi fondamentali del diritto umanitario, ha ricordato che "il diritto internazionale umanitario vieta senza eccezioni di attaccare civili e beni essenziali per la sopravvivenza delle popolazioni". E ha aggiunto: "Con dolore, siamo testimoni dell'uso continuo di questa crudele strategia che condanna uomini, donne e bambini alla fame. Non possiamo continuare così, occorre porre rimedio a questo scandalo".
Il Papa ha quindi esortato la comunità internazionale a uno sforzo collettivo: "Occorre mobilitare tutte le energie disponibili, in uno spirito di solidarietà, affinché nel mondo a nessuno manchi il cibo necessario, sia in quantità sia in qualità". Solo così, ha detto, "si porrà fine a una situazione che nega la dignità umana, compromette lo sviluppo auspicabile, costringe ingiustamente moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case e ostacola l'intesa tra i popoli".
A cinque anni dalla scadenza dell’Agenda 2030, Leone XIV ha ribadito l’urgenza di un impegno concreto: "Dobbiamo ricordare con forza che raggiungere l'obiettivo Fame Zero sarà possibile solo se ci sarà una volontà reale di farlo, e non soltanto dichiarazioni solenni".
Il Pontefice ha poi sottolineato l’enorme paradosso dei nostri tempi: "È estremamente triste ricordare che, nonostante i progressi tecnologici, scientifici e produttivi, seicento settantatré milioni di persone nel mondo vanno a dormire senza mangiare. E altri duemilatrecento milioni non possono permettersi un'alimentazione adeguata dal punto di vista nutrizionale".
Dati che, ha insistito, non devono rimanere numeri astratti: "Sono cifre che non possiamo considerare mere statistiche: dietro ognuno di questi numeri c'è una vita spezzata, una comunità vulnerabile; ci sono madri che non possono nutrire i propri figli".
Secondo il Papa, il dramma della fame infantile è tra i segnali più gravi e inaccettabili: "Forse il dato più toccante è quello dei bambini che soffrono di malnutrizione, con le conseguenti malattie e il ritardo nello sviluppo motorio e cognitivo. Non è un caso, bensì il segno evidente di una insensibilità imperante, di un'economia senz'anima, di un modello di sviluppo discutibile e di un sistema di distribuzione delle risorse ingiusto e insostenibile".
E ha concluso con parole di forte condanna morale: "In un tempo in cui la scienza ha prolungato la speranza di vita, la tecnologia ha avvicinato continenti e la conoscenza ha aperto orizzonti un tempo inimmaginabili, permettere che milioni di esseri umani vivano – e muoiano – vittime della fame è un fallimento collettivo, un'aberrazione etica, una colpa storica".
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