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Taiwan, blocco navale cinese potrebbe paralizzare isola in 2 settimane: 98% energia arriva via mare come Gnl da Qatar, Usa, Australia e Russia

Il 98% dell’energia di Taiwan arriva via mare. Basterebbe un blocco cinese per paralizzare l’isola in due settimane. Gli Usa osservano, Mosca tifa per Pechino

13 Ottobre 2025

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Diversi osservatori internazionali hanno lanciato l'allarme sulla situazione energetica di Taiwan: in caso le tensioni con la Cina continuassero, un blocco navale potrebbe paralizzare l'isola in sole 2 settimane. Infatti, il 98% dell'energia di Taiwan arriva via mare sotto forma di Gnl dal Qatar, Usa, Australia e Russia.

Taiwan, blocco navale cinese potrebbe paralizzare isola in 2 settimane: 98% energia arriva via mare come Gnl da Qatar, Usa, Australia e Russia

Mentre il mondo guarda a Taiwan come al prossimo epicentro di una crisi globale, il vero rischio per l’isola non è un’invasione militare, ma la dipendenza energetica dall’estero. Il 98% dell’energia consumata a Taipei arriva via mare, sotto forma di gas naturale liquefatto, carbone e petrolio importati principalmente da Qatar, Stati Uniti, Australia e Russia. In pratica, la sopravvivenza economica e industriale dell’isola dipende dal libero passaggio delle navi che solcano il Mar Cinese Meridionale.

Secondo il Wall Street Journal, se Pechino decidesse di bloccare le rotte marittime verso Taiwan, le riserve di Gnl si esaurirebbero in meno di due settimane, lasciando l’isola senza elettricità. Il carbone durerebbe al massimo sette giorni in più. Un’operazione di accerchiamento navale, molto meno rischiosa di un’invasione anfibia, basterebbe a spegnere” Taiwan senza sparare un colpo.

La Cina ha già simulato uno scenario del genere in recenti esercitazioni militari, lasciando intendere di poter strangolare l’isola attraverso un embargosoft”, giustificato come blocco sanitario o doganale. In questo modo Pechino otterrebbe un duplice vantaggio: mettere in ginocchio Taipei e costringere Washington a una scelta difficile. Gli Stati Uniti, infatti, interverrebbero sicuramente in caso di attacco diretto, ma potrebbero esitare davanti a un blocco “non dichiarato, rischiando di essere accusati di escalation militare.

Il governo di William Lai sta cercando di aumentare gli stoccaggi e valutando persino il ritorno al nucleare, dopo aver spento l’ultimo reattore solo pochi mesi fa. Tuttavia, la strada verso l’autosufficienza è lunga: oggi solo una piccola parte dell’elettricità proviene da fonti rinnovabili.

Sul piano geopolitico, la Russia sostiene la linea cinese, vedendo nell’indebolimento di Taiwan un contrappeso alla presenza americana in Asia. Gli Stati Uniti, invece, continuano a fornire armi e tecnologia, ma non energia.

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