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Gaza, l'Onu smaschera Israele: "Continua a compiere crimini di guerra durante cessate il fuoco, almeno 15 palestinesi morti dal 10 ottobre"

Dopo la liberazione di 20 ostaggi israeliani, restano tensioni sul valico di Rafah. L’Onu denuncia uccisioni di civili da parte dell’esercito israeliano nonostante la "tregua"

16 Ottobre 2025

Israele: "Velivoli ostili dal Libano"; fonti locali: "Sono deltaplani, Hezbollah ha aperto secondo fronte"

Israel Defence Force; Fonte: Picryl

Le Nazioni Unite hanno denunciato pubblicamente le azioni di Israele, smascherando le sue violazioni della "tregua": "Ha ucciso almeno 15 palestinesi dall'entrata in vigore del cessate il fuoco, il 10 ottobre, continuando a compiere crimini di guerra".

Gaza, l'Onu smaschera Israele: "Continua a compiere crimini di guerra durante cessate il fuoco, almeno 15 palestinesi morti dal 10 ottobre"

Dopo giorni di "tregua" nella Striscia di Gaza, la fragile pausa nel genocidio palestinese è nuovamente sotto pressione. Mentre proseguono le ricerche dei corpi degli ostaggi israeliani deceduti e la liberazione dei sopravvissuti si è conclusa, emergono nuove accuse contro Israele da parte delle Nazioni Unite, che parlano apertamente di crimini di guerra.

L’Alto Commissariato Onu per i diritti umani in Palestina ha denunciato l’uccisione di almeno 15 civili palestinesi dal 10 ottobre, nonostante il cessate il fuoco sia in vigore da cinque giorni. Secondo l’organismo, le vittime sarebbero state colpite in aree di ridispiegamento delle forze israeliane, dove non si stavano svolgendo combattimenti diretti. “Colpire civili che non partecipano alle ostilità costituisce un crimine di guerra, indipendentemente dal luogo dell’incidente”, ha dichiarato l’ufficio dell’Onu.

Il capo della missione, Ajith Sunghay, ha invitato entrambe le parti a trasformare la tregua in un percorso verso una pace duratura. “È fondamentale che il cessate il fuoco tenga e che si proceda verso la piena realizzazione del diritto dei palestinesi all’autodeterminazione”, ha affermato.

Nel frattempo, la situazione resta tesa al valico di Rafah, punto di ingresso per gli aiuti umanitari. Dopo le prime notizie di riapertura, Israele ha frenato, sostenendo che “non è possibile farlo dal punto di vista logistico” finché non ci sarà certezza sul recupero di tutti i corpi degli ostaggi.

Hamas, dal canto suo, ha consegnato ad Israele altre due salme di prigionieri morti durante la detenzione nella notte tra mercoledì 15 e giovedì 16 ottobre, ma il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che “la pace si conquista con la forza” e che, senza il disarmo del gruppo islamista, “si scatenerà l’inferno”.

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