06 Ottobre 2025
Gaza
Il genocidio dei palestinesi non influenzerà solamente questa generazione, ma anche le future. E non si parla solo di motivazioni ideologiche e finanziarie, ma anche biologiche. Secondo diversi medici, come l'epigenetista Samer Al Khaldi e l'oncologo Haitham Awadh, tutto quello che è accaduto e che sta accadendo a Gaza sta modificando il Dna dei palestinesi, portando a mutazioni negative ai futuri nascituri.
A Gaza, dove la guerra ha trasformato la sopravvivenza in una lotta quotidiana, il conflitto non sta solo distruggendo vite e infrastrutture: sta riscrivendo il codice genetico di un intero popolo. Secondo recenti studi e testimonianze di medici locali, le tossine rilasciate dai bombardamenti israeliani, la fame cronica, lo stress e i traumi collettivi starebbero modificando il Dna dei palestinesi, lasciando un’impronta biologica destinata a essere ereditata dai loro figli.
Si tratta di un fenomeno noto come epigenetica, cioè la capacità dell’ambiente di “accendere” o “spegnere” determinati geni senza alterare la sequenza del Dna. A Gaza, dove la popolazione è esposta da anni a guerre, carestie e inquinamento, questi meccanismi stanno assumendo proporzioni allarmanti.
Il pediatra e psicologo infantile Ahmed Issa spiega che “i bambini di Gaza non ereditano solo la povertà e la distruzione, ma anche l’impronta biologica della guerra”. Gli effetti del trauma, sostiene, possono manifestarsi attraverso livelli anomali dell’ormone dello stress e alterazioni nei geni legati all’immunità.
I paralleli con altri conflitti sono inquietanti. Gli studi sui figli dei sopravvissuti all’Olocausto e sulle popolazioni esposte all’Agente Arancio durante la guerra del Vietnam dimostrano che gli effetti della guerra possono essere trasmessi per generazioni. A Gaza, le stesse dinamiche si ripetono, aggravate dall’uso di bombe contenenti metalli pesanti e sostanze cancerogene.
Gli esperti locali segnalano un aumento dei tumori e dei difetti congeniti tra i neonati, attribuiti all’esposizione di madri e padri a tossine e traumi cronici. “L’inalazione di sostanze chimiche e lo stress prolungato durante la gravidanza alterano i geni del nascituro”, afferma l’epigenetista Samer Al Khaldi.
Secondo l’oncologo Haitham Awadh, “le mutazioni accumulate oggi potranno causare tumori e malattie croniche nei figli e nei nipoti di chi oggi sopravvive ai bombardamenti”.
La guerra, dunque, non uccide solo nel presente. Gaza è divenuta un laboratorio forzato di mutazioni genetiche, dove il trauma collettivo lascia una cicatrice biologica destinata a durare per generazioni.
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