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Onu annuncia riduzione 25% dei caschi blu dopo taglio finanziamenti Usa: "Circa 14mila militari, poliziotti e personale civile coinvolti"

Secondo quanto riferito da diversi alti funzionari dell’ONU, nella giornata di mercoledì, l’organizzazione dovrà ritirare contingenti da ben 11 missioni attualmente in corso, in un processo che comporterà un’ampia ristrutturazione operativa

09 Ottobre 2025

Libano, base Unifil a Maroun al Ras accerchiata da veicoli militari Idf, caschi blu costretti a rifugiarsi nei bunker e indossare protezioni

UNIFIL peacekeeper - Fonte: X, @UN_News_Centre

Le Nazioni Unite saranno costrette a ridimensionare in modo significativo le proprie operazioni di mantenimento della pace nel mondo a causa di una grave carenza di finanziamenti, dovuta in larga parte all’incertezza legata ai contributi degli Stati Uniti, da sempre il principale donatore per queste missioni. La riduzione interesserà circa 14.000 tra militari, poliziotti e personale civile, coinvolti attualmente in varie aree critiche del pianeta.

Secondo quanto riferito da diversi alti funzionari dell’ONU, nella giornata di mercoledì, l’organizzazione dovrà ritirare contingenti da ben 11 missioni attualmente in corso, in un processo che comporterà un’ampia ristrutturazione operativa. «Nel complesso, dovremo rimpatriare circa il 25% delle nostre truppe e della polizia», ha affermato un alto dirigente delle Nazioni Unite, che ha parlato a condizione di anonimato. Il funzionario ha aggiunto che saranno interessati anche «una parte significativa del nostro personale civile».

Onu annuncia riduzione 25% dei caschi blu dopo taglio finanziamenti Usa: "Circa 14mila militari, poliziotti e personale civile coinvolti"

Per ora non è stato reso noto quali missioni saranno interessate dal taglio, ma è stato confermato che le operazioni in corso in Africa e Medio Oriente subiranno un impatto diretto. Tra le zone più a rischio ci sono Mali, Libano, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan, dove le truppe dell’ONU rappresentano spesso l’unico argine a instabilità e violenze diffuse.

Il motivo di questa drastica decisione risiede in una crisi di bilancio senza precedenti che colpisce le Nazioni Unite. In particolare, preoccupano i ritardi nei pagamenti da parte degli Stati Uniti, che finanziano circa il 25% del bilancio totale destinato alle missioni di pace. Washington, secondo quanto riferito, ha sospeso o posticipato numerosi trasferimenti, aumentando l’incertezza sulle risorse disponibili nel breve e medio termine.

I vertici dell’ONU temono che una riduzione di questa portata possa compromettere gravemente la sicurezza e la stabilità di aree già profondamente fragili, dove le operazioni di peacekeeping svolgono un ruolo essenziale nella protezione dei civili, nel monitoraggio dei cessate il fuoco e nel supporto ai governi locali.

Attualmente, le missioni di pace dell’ONU contano circa 87.000 unità tra personale militare, polizia e staff civile. Se la situazione finanziaria non dovesse migliorare e non dovesse arrivare un sostegno straordinario dagli Stati membri, l’organizzazione prevede che gli effettivi scendano al di sotto di 65.000 entro metà del prossimo anno.

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