06 Ottobre 2025
L'Italia ha aderito al "piano di pace" proposto da Donald Trump per Gaza. Il governo Meloni ha infatti sostenuto la risoluzione del tycoon e offrirà concretamente un contributo per la stabilità dell'area. Contributo sia politico, che operativo: la premier farà parte del "board of peace" a capo della ricostruzione della Striscia insieme a Tony Blair e a Trump, mentre i medici e i carabinieri italiani verranno mandati a Gaza per dare una mano nel risanamento della situazione umanitaria.
L’Italia si prepara a partecipare alla fase di transizione e ricostruzione della Striscia di Gaza prevista dal "piano di pace" promosso dagli Stati Uniti e sostenuto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Secondo quanto trapela da Palazzo Chigi e Farnesina, Roma offrirà un contributo “civile e di stabilità”: medici italiani negli ospedali di Gaza City e carabinieri del Coespu, il centro di eccellenza per le unità di polizia di stabilità, per addestrare le nuove forze di sicurezza palestinesi.
Il progetto, che rientra nella cornice della futura ISF (International Stabilization Force), prevede che i carabinieri italiani operino in Cisgiordania e nella Striscia con compiti di formazione e sicurezza, senza l’impiego diretto di truppe dell’Esercito. Ma se la “fase due” del piano di Donald Trump dovesse ottenere il via libera del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, non è esclusa una successiva presenza militare internazionale.
Meloni, in prima linea nel voler rafforzare il legame con Washington, dovrebbe entrare nel “board of peace” presieduto dallo stesso Trump, insieme all’ex premier britannico Tony Blair. Una scelta che solleva perplessità nel fronte arabo e palestinese, dove cresce la diffidenza verso una pace “pilotata” da potenze occidentali, spesso più attente alla sicurezza di Israele che ai diritti dei civili palestinesi.
Sul piano operativo, la Farnesina punta a riattivare gli ospedali di Gaza con personale sanitario italiano, anche attraverso le strutture che in questi mesi hanno accolto feriti palestinesi in Italia. È un segnale di cooperazione umanitaria, ma arriva in un contesto in cui la Striscia è ancora devastata da bombardamenti, assedio e mancanza di elettricità.
Il ministro Antonio Tajani porterà la posizione italiana ai prossimi vertici internazionali, a Parigi e poi in Egitto, dove si discuterà di ricostruzione e fondi.
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