05 Ottobre 2025
Hamas, Trump, Netanyahu, fonte: Wikipedia
Fermo restando che noi non siamo nichilisti e che consideriamo la continuazione della vita umana, valore prioritario, rispetto a obiettivi rivoluzionari tanto puri quanto fanatici, e quindi apprezziamo che Hamas abbia accettato l’ignobile piano di pace per porre fine al genocidio dei palestinesi, cerchiamo di esaminare politicamente l’indecente proposta di Trump. Non vorrei che i tanti amici con i quali condivido pensiero politico e indignazione morale, cominciassero a somigliare ai cosiddetti “filoucraini” che dai loro sofà applaudono alla gloriosa resistenza ucraina gioendo dei martiri altrui. No, noi non cadremo in questa trappola e non gioiremo della gloriosa resistenza palestinese incitando un popolo al martirio.
Esaminiamo la proposta. Si tratta di un chiaro ritorno da una parte al colonialismo in quanto si nomina, (sembra quasi una beffa), un britannico che ha tradito i valori del laburismo inglese, ha mentito al suo popolo e ha le mani sporche di sangue dei 500 mila iracheni trucidati (dato approssimato per difetto), il noto Tony Blair, quale coordinatore e garante del piano di ricostruzione di Gaza. Un ritorno al protettorato britannico sotto altre forme. Ai palestinesi si concede di vivere, di non essere deportati ma non di essere un popolo con rappresentanza politica.
Hamas viene considerata tout court il male assoluto e non un’organizzazione per la liberazione con la lotta armata di un popolo sotto dominazione di una potenza straniera. Ricordo che se Hamas uccide soldati israeliani rientra nel diritto onusiano. Hamas tuttavia compie atti di terrorismo colpendo civili israeliani, anche ragazze che ballano e bambini (si attende un’inchiesta indipendente sulle altre responsabilità). Purtroppo l’hanno fatto anche gli israeliani e Begin, un terrorista vincente, divenne primo ministro. Lo facevano i mitici carbonari risorgimentali e lo fanno oggi gli ucraini con attentati in Russia. Ma ormai la parola d’ordine è Hamas=male assoluto.
Anche l’Anp, che si è vista negare illegalmente il visto per poter partecipare alla riunione Onu, non è ammessa alla gestione di Gaza se non dopo una fantomatica riforma che suona come epurazione e rieducazione. Data la collaborazione dell’Arabia Saudita e delle monarchie del Golfo, siamo rientrati nel quadro dei famigerati accordi di Abramo con l’aggiunta di non ben individuati tecnocrati palestinesi.
L’economia vince sulla politica. Nel XXI secolo postmoderno si impone la legge del cinico individualismo e degli interessi economici sul mito della questione nazionale di un popolo torturato, perseguitato e annientato da decenni. In effetti nel XX secolo queste parole si riferivano agli ebrei e invece, farsa tragica della storia, ora i carnefici sono gli israeliani, proprio loro che del mito di uno Stato per un popolo perseguitato dovrebbero pur sapere qualcosa.
L’indecente proposta trumpiana ignora la causa palestinese. A Gaza, protettorato anglo-arabo, Israele giocherebbe un ruolo minore. Si garantirebbe la non annessione della Cisgiordania, dove i palestinesi continuerebbero a vivere sotto apartheid. Netanyahu, criminale di guerra, sarebbe graziato. La destra messianica proseguirebbe la trasformazione politico-antropologica dell’“unica democrazia del Medio Oriente”. Gli ostaggi da ambo le parti sarebbero liberati.
Hamas ha dato una risposta politica importante per la pace e la sopravvivenza del popolo palestinese. Non credo si possa parlare di una organizzazione, anch’essa postmoderna, che cerca di salvare la propria pelle. Hamas ha sconvolto le carte. Israele contava sul rifiuto dei terroristi per poter legittimare la sua azione genocidaria a Gaza. Ora dovrà rispondere all’offerta di negoziati per liberare gli ostaggi dopo il cessate il fuoco permanente.
Una proposta di pace realistica avrebbe rimesso in agenda la causa palestinese e accettato la soggettività palestinese, negoziando con l’Anp e Hamas che, come l’Olp, da organizzazione terroristica potrebbe divenire interlocutore. La guerra in Algeria nel 1962 ha per caso demonizzato il Fronte di Liberazione Nazionale malgrado le atrocità compiute? Atrocità a mio avviso comprensibili in un movimento di liberazione di un popolo, ma non nello Stato oppressore: i francesi allora, gli israeliani oggi. Il disegno di dominio imperialistico non prevede la risoluzione della questione palestinese. Da Carter a Kissinger a Clinton, Washington non è stato un honest broker, non ha aperto veri negoziati di pace con tutti gli attori coinvolti, affrontando la questione dei rifugiati. La demonizzazione di Hamas e dell’Iran serve al dominio imperialistico Usa nella regione. Merz insegna: Netanyahu sta solo facendo il lavoro sporco.
Di Elena Basile
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