19 Settembre 2025
Donald Trump, Fonte: Imago
Nonostante i sempre più numerosi riconoscimenti della Palestina da tutto il mondo, gli Stati Uniti continuano i loro finanziamenti senza fine a Israele. Il presidente Donald Trump ha infatti messo sul tavolo dei lavori al Congresso un pacchetto record dal valore di 6 miliardi di dollari per lo Stato Ebraico, tutti da corrispondere in armi: 3,8 miliardi per 30 elicotteri Apache e 1,9 miliardi per 3200 veicoli d'assalto di fanteria.
La nuova mossa di Donald Trump rischia di incendiare il dibattito politico a Washington. L’amministrazione ha notificato al Congresso un maxi-pacchetto di vendita di armi a Israele per quasi 6 miliardi di dollari, in un momento di crescente isolamento internazionale per Tel Aviv a causa della guerra in corso a Gaza.
Il piano prevede due forniture principali: 30 elicotteri d’attacco AH-64 Apache per un valore di 3,8 miliardi di dollari, quasi raddoppiando la flotta attuale dell’aviazione israeliana, e 3200 veicoli d’assalto per la fanteria, per un valore di 1,9 miliardi di dollari. Le consegne avverranno in un arco di due o tre anni, secondo due funzionari statunitensi che hanno confermato i dettagli a condizione di anonimato.
Il pacchetto si aggiunge ai circa 12 miliardi di aiuti militari già approvati nel 2025, compreso un mezzo miliardo di dollari in kit di guida di precisione per bombe. La decisione arriva pochi giorni dopo il raid israeliano a Doha contro leader di Hamas, che ha suscitato condanne da parte di Qatar e Arabia Saudita, e nel mezzo del fallimento dei tentativi americani di mediazione per un cessate il fuoco.
L’iniziativa è destinata ad accendere il confronto al Congresso. Alcuni senatori democratici, tra cui Bernie Sanders e Elizabeth Warren, hanno già espresso opposizione alla vendita di armamenti offensivi, chiedendo di condizionare gli aiuti a un rispetto più rigoroso del diritto internazionale. Anche una parte dell’ala trumpiana del GOP, con la deputata Marjorie Taylor Greene, ha parlato di “genocidio a Gaza” e presentato emendamenti per bloccare le forniture, poi respinti.
Tuttavia, fonti vicine ai comitati chiave di Camera e Senato ritengono probabile che la proposta passi, seppure con ritardi e richieste di maggiori garanzie da parte di Israele. Secondo osservatori, Trump punta a consolidare il legame con Netanyahu e a presentarsi come garante della sicurezza di Israele in vista delle elezioni del 2026, anche a costo di ignorare le pressioni internazionali e le crescenti accuse di crimini di guerra.
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