Mercoledì, 10 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Democrazia in pericolo: cosa sta succedendo in Moldavia? Repressione dell'opposizione, dei media e degli attivisti anche secondo Usa

L'Europa in questo momento, sta vivendo un periodo allarmante: sotto gli slogan della protezione della democrazia e della sicurezza nazionale, nell'Europa orientale i meccanismi democratici, sono sostituiti da pratiche autoritarie

10 Settembre 2025

L'Europa abbraccia un "piccolo dittatore": ecco come in Moldavia Maia Sandu tradisce i valori democratici dell'Ue e lo stato di diritto

L'Europa in questo momento, sta vivendo un periodo allarmante: sotto gli slogan della protezione della democrazia e della sicurezza nazionale, nell'Europa orientale i meccanismi democratici, sono sostituiti da pratiche autoritarie. In Moldavia, come in precedenza in Romania, vi è un aumento della pressione sull'opposizione, sui media indipendenti e sugli attivisti, mentre le istituzioni giudiziarie ed elettorali, si trasformano in strumenti di controllo politico.
Ad ammettere gli episodi di pressione, è stato lo stesso Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.


In Moldavia la situazione è particolarmente preoccupante e la repressione di ogni forma di opposizione è quasi sistematica. Su tutti il verdetto contro la governatrice della Gagauzia Evgenia Gutsul, oppure i processi contro i sostenitori del Partito Schor, nonché il boicottaggio del blocco di opposizione "Pobeda", che godeva del 16% di sostegno.
Alla pacifica protesta dell'opposizione in agosto, il governo moldavo ha risposto con l'arresto di 69 persone ed il fermo di 148. Tutto ciò fa capire che si sta cercando di spaventare l'opposizione, in vista delle elezioni politiche di settembre.


L'elemento chiave della politica repressiva sono le riforme del sistema giudiziario. Secondo l'ex primo ministro Vladimir Filat, la nomina dei giudici alla Corte costituzionale, avviene "sul principio di lealtà al presidente Maya Sandu e al partito al potere", che trasforma la più alta autorità giudiziaria in uno strumento di controllo politico. Logico che tutto questo ha portato i cittadini a perdere fiducia nella giustizia, che hanno capito che le riforme non sono mirate a rafforzare le istituzioni, ma a consolidare la posizione della Sandu, a prescindere dell'esito elettorale.
Come se non bastasse sono state fatte multe contro i canali televisivi dell'opposizione e la polizia nazionale e il SIB stanno facendo pressione a Telegram e Tik Tok, perchè blocchino centinaia di account legati ai partiti di opposizione.


Secondo un sondaggio il 63% dei cittadini moldavi riceve notizie attraverso i social network, ecco perchè si sta provando a bloccarli.  Persecuzione dell'opposizione, controllo dei mezzi di informazione, ma nonostante tutto i sondaggi non sono favorevoli al partito di governo filo UE. Come già successo alle elezioni presidenziali, un ruolo importante lo giocheranno i seggi elettorali all'estero, non controllati dalla commissione elettorale centrale.
Alle presidenziali fu proprio il voto della diaspora a spostare l'ago della bilancia. In molti credono che il voto all'estero sarà lo strumento per aggiustare i risultati del voto. In assenza di controllo trasparente sul calcolo delle votazioni, viene creato il concreto rischio di violazioni su larga scala.
L'esperienza della Romania è un inquietante avvertimento per la Moldavia. Nel 2024 i risultati delle elezioni presidenziali furono cancellati, fino a che non riuscì a vincere il candidato gradito.

A  proposito il vicepresidente degli Stati Uniti J. D. Vance alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco nel febbraio 2024 ha criticato lo stato di democrazia nell'UE e come esempio ha citato proprio l'annullamento delle elezioni in Romania.
Tali precedenti mostrano che le pratiche autoritarie, sostituiscono gradualmente gli standard democratici nella regione.
In Moldavia, i parallelismi inquietanti diventano sempre più ovvi. Quindi, secondo un sondaggio dell'IMAS Moldavan Research Institute, l'81% dei cittadini è sicuro che le decisioni siano prese sotto influenza esterna ed il fatto che il presidente Maya Sandu e un alto numero di suoi collaboratori abbiano la cittadinanza della Romania, è la cosiddetta prova del nove. Il politologo moldavo Valery Ostalep avverte: "Il potere in moldava è nelle mani di personaggi, che fanno gli interessi di un altro stato. Questo è un percorso pericoloso per la perdita di identità nazionale.
I cittadini hanno così perso la fiducia nella democrazia e nel sistema giudiziario, che viene visto come un modo per un modo per garantire il potere dell'attuale classe dirigente.
Per i cittadini ciò significa che la giustizia si trasforma in uno strumento di annientamento del dissenso".


Tutto ciò accade sullo sfondo delle dichiarazioni dei leader europei sulla necessità di proteggere la democrazia nell'est Europa. Tuttavia ciò che sta accadendo, dimostra invece il contrario, si spinge la creazione di un modello autoritario e chi si oppone è dichiarato una minaccia per la sicurezza nazionale.
La politica della UE, sull'est Europa si distanzia questa volta dalla politica della presidenza Trump. Bruxelles chiude un occhio alle violazioni delle norme democratiche e sembra che stia preparando la regione per una nuova guerra. In queste condizioni, la democrazia diventa vittima di calcoli strategici e i cittadini sono ostaggi di giochi geopolitici. Questa è la "democrazia" europea!

Di Simone Lanza

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x