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Gaza, il TESTAMENTO della reporter Mariam Abu Dagga di Associated Press uccisa in attentato ospedale Nasser: "Figlio mio, non dimenticarmi"

Israele ha colpito l’ospedale Nasser in un attacco mirato, 20 tra medici e giornalisti assassinati per silenziare Gaza. Tra le vittime la reporter Mariam Abu Dagga, morta lasciando un testamento al figlio

26 Agosto 2025

Mariam Abu Dagga

Mariam Abu Dagga, fonte: X, @theguardian

Una delle vittime dell'attentato israeliano di lunedì 25 agosto all'ospedale Nasser di Khan Younis, che ha ucciso 20 persone in totale, fra cui 5 giornalisti, è la reporter 33enne di Associated Press Mariam Abu Dagga. La donna ha lasciato un vero e proprio testamento, dedicato in gran parte al figlio: "Non dimenticarmi, tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per te".

Gaza, il TESTAMENTO della reporter Mariam Abu Dagga di Associated Press uccisa in attentato ospedale Nasser: "Figlio mio, non dimenticarmi"

Due colpi di carro armato, chirurgici e consecutivi, hanno trasformato l’ospedale Nasser di Khan Yunis in un inferno di macerie e sangue. Il primo ha devastato il quarto piano, nel cuore dell’unica struttura sanitaria ancora funzionante nel sud della Striscia. Il secondo ha colpito medici, infermieri e giornalisti che accorrevano per soccorrere i feriti e documentare la strage. È stata una doppia esecuzione mirata: contro chi cura e contro chi testimonia.

Tra le vittime c’è Mariam Abu Dagga, 33 anni, reporter freelance che collaborava con Associated Press. Con lei sono stati uccisi anche Moaz Abu Taha, Ahmed Abu Aziz, Mohammed Salama, Hossam al-Masri e altri medici e civili locali. Un bilancio che, secondo il ministero della Sanità di Gaza, conta almeno 20 morti, tra cui quattro operatori sanitari.

Non è un “incidente”, come hanno tentato di minimizzare Netanyahu e l’esercito israeliano, che ha giustificato il bombardamento come un presunto attacco a una telecamera sospettata di appartenere a Hamas. La realtà è che Israele ha preso di mira i giornalisti per spegnere le voci che denunciano la carestia, la fame, i bambini feriti. È stato un attentato deliberato contro la libertà di stampa e contro la verità.

La forza della testimonianza di Mariam sopravvive però nelle sue ultime parole lasciate al figlio dodicenne, evacuato mesi fa:

Ghaith, sei il cuore e l’anima di tua madre. Voglio che tu preghi per me, non che tu pianga per me, affinché io possa rimanere felice. Voglio che tu non mi dimentichi. Facevo di tutto per renderti felice e a tuo agio, facevo di tutto per te. E quando sarai grande, ti sposerai e avrai una figlia, chiamala Maryam come me. Voglio che tu tenga la testa alta, che studi, che tu sia brillante e distinto, e che diventi un uomo che vale, capace di affrontare la vita. Non dimenticare che io facevo di tutto per renderti felice, a tuo agio e in pace, e che tutto ciò che ho fatto era per te. Tu sei il mio amore, il mio cuore, il mio sostegno, la mia anima e mio figlio. Ti prego, Ghith: la tua preghiera, poi ancora la tua preghiera, e poi ancora la tua preghiera.”

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