Negli Stati Uniti si è chiusa la vicenda giudiziaria legata al dottor Michael Kirk Moore, il chirurgo plastico dello Utah che aveva rifiutato di piegarsi alla campagna di vaccinazione obbligatoria contro il Covid-19. Il Dipartimento di Giustizia americano ha infatti ritirato le accuse nei suoi confronti, su indicazione del procuratore generale Pam Bondi.
Moore è stato incriminato nel 2023 con accuse pesantissime: distruzione di vaccini forniti dal governo per un valore superiore a 28 mila dollari, somministrazione di soluzione salina ai bambini, convinti dai loro genitori di ricevere il vaccino, al posto della dose, e distribuzione di quasi duemila falsi certificati vaccinali in cambio di una donazione a un ente benefico. Le presunte operazioni, condotte nella sua clinica privata di Midvale tra maggio 2021 e settembre 2022, gli erano valse l’imputazione per cospirazione per frodare gli Stati Uniti e per traffico illecito di beni governativi.
Ma per Bondi la sua è stata una battaglia per la libertà di scelta: "Il dottor Moore ha dato ai suoi pazienti una possibilità che il governo federale si rifiutava di concedere. Non merita anni di carcere".
La notizia della sua assoluzione ha scatenato un coro di solidarietà. La deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene lo ha definito "un eroe che ha rifiutato di iniettare ai suoi pazienti un vaccino governativo insicuro". Il senatore dello Utah Mike Lee ha espresso soddisfazione per la fine del processo, ricordando come "milioni di americani abbiano sopportato bugie e lockdown durante la pandemia".
Anche il Segretario della Salute e dei Servizi Umani degli Usa, Robert F. Kennedy Jr., da sempre critico sulle vaccinazioni, lo ha ringraziato: "Il dottor Moore merita una medaglia per il suo coraggio e per il suo impegno nella guarigione".