01 Luglio 2025
Il segretario alla Salute e ai Servizi alla Persona americano Robert F. Kennedy Jr. ha dichiarato in un'intervista come la casa farmaceutica Pfizer avrebbe insabbiato, con la connivenza del Center for Diseases (CDC), il vero tasso di mortalità del vaccino Covid. Il politico ha fornito numeri registrati dalla stessa Pfizer durante la fase di sperimentazione, che sono stati utilizzati anche nel processo legale che l'ha vista protagonista. Il dato più importante è il 23,5% di decessi in più fra il gruppo di persone inoculate rispetto a quello non immunizzato.
Secondo i documenti ufficiali della sperimentazione, su circa 21.700 persone vaccinate si sono verificati 21 decessi, contro 17 nel gruppo placebo. Per quanto riguarda le morti da Covid, si è contato un morto nel gruppo vaccino contro due nel placebo, ma questo dato è stato spacciato da Pfizer e dalle autorità come una “efficacia del 100%”. In realtà, la riduzione assoluta del rischio è risultata minima: per salvare una sola vita da Covid, sarebbe necessario vaccinare 22.000 persone. Nel frattempo, più persone morivano per altre cause tra i vaccinati, un dato che Pfizer non ha mai evidenziato.
Kennedy ha anche puntato il dito contro la FDA, il CDC e i media mainstream, accusandoli di aver ripetuto acriticamente le bugie dell’industria farmaceutica, contribuendo a un’enorme campagna di disinformazione. L’insabbiamento non si limita al Covid: Kennedy ha ricordato che un’analisi interna del CDC aveva già mostrato un aumento del 1135% di casi di autismo tra i bambini che avevano ricevuto il vaccino contro l’epatite B. Quando i numeri sono emersi, i ricercatori hanno escluso i bambini abbastanza grandi da ricevere una diagnosi, sostituendoli con neonati troppo piccoli per mostrare sintomi, distorcendo così i dati.
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