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Gaza, oltre 43 soldati israeliani suicidati da inizio guerra, 14 nel 2025, Yair Lapid: “Troppa pressione psicologica, uccise anche le anime”

La gravità della situazione ha spinto 9 membri del Comitato per gli Affari Esteri e la Difesa della Knesset a inviare una richiesta formale al presidente Yuli Edelstein per l’apertura di un’indagine immediata

18 Luglio 2025

Gaza, oltre 43 soldati israeliani suicidati da inizio guerra, 14 nel 2025, Yair Lapid: “Troppa pressione psicologica, uccise anche le anime”

Soldato Israeliano morto Fonte: LaPresse

La guerra nella Striscia di Gaza sta avendo un impatto devastante anche sulla salute mentale dei soldati israeliani. Secondo i dati ufficiali, almeno 43 militari si sono suicidati dall’inizio del conflitto, e solo nel 2025 se ne contano già 14. L’allarme è stato rilanciato anche dal leader dell’opposizione Yair Lapid: “Questa guerra uccide anche le anime, troppa pressione psicologica”.

Gaza, oltre 43 soldati israeliani suicidati da inizio guerra, 14 nel 2025, Yair Lapid: “Troppa pressione psicologica, uccise anche le anime”

Dall'inizio del conflitto nella Striscia di Gaza, secondo i dati ufficiali, sarebbero stati almeno 43 i militari che si sono tolti la vita, ma i numeri potrebbero essere molto più alti, visto che non si registrano i casi di persone fuori servizio. Il dato, pubblicato dal quotidiano Haaretz, ha riacceso il dibattito pubblico sulla crisi psicologica che sta travolgendo l’esercito israeliano a quasi due anni dallo scoppio delle ostilità.

Solo nell’ultima settimana si sono registrati 3 suicidi tra i soldati, mentre un altro si era tolto la vita la settimana precedente. In totale, 4 morti in pochi giorni. Si trattava di 2 soldati di leva e due riservisti che erano stati congedati dopo lunghi periodi di servizio. A questi si aggiunge il caso di un paracadutista in addestramento, rimasto gravemente ferito da un apparente tentativo di suicidio all’interno di una base militare nel sud di Israele.

Questa guerra uccide anche le anime. C'è troppa pressione psicologica”, ha scritto in un post su X il leader dell’opposizione Yair Lapid, definendo “insopportabile” l’attuale tendenza al rialzo dei suicidi tra i soldati. Il paragone con gli anni precedenti è netto: tra il 2018 e il 2022 i suicidi tra i militari oscillavano tra i 9 e i 14 all’anno. Nel solo 2025, invece, sono già 14 i casi accertati.

Secondo l’Idf, l’aumento è legato anche all’incremento del numero di riservisti richiamati in servizio dopo il 7 ottobre. Proprio i riservisti, spesso più anziani e meno preparati a sostenere stress prolungati, costituiscono la maggior parte dei suicidi. L’esercito segnala inoltre che, rispetto al passato, sono diminuiti i suicidi dovuti a motivi personali, mentre è aumentata la quota di quelli legati a traumi vissuti direttamente in combattimento.

Tra i casi più drammatici, quello di un soldato della Brigata Golani che si è tolto la vita nella base di Sde Teiman, poche ore dopo essere stato interrogato dalla polizia militare per un’indagine avviata il mese precedente. I suoi comandanti gli avevano confiscato l’arma d’ordinanza, ma lui è riuscito a prenderne una da un commilitone mentre dormiva.

Pochi giorni prima era stato ritrovato senza vita anche Daniel Edri, 24 anni, in un’auto carbonizzata. Aveva servito per un anno consecutivo a Gaza e in Libano, aveva perso due amici nella strage al festival musicale di Nova e aveva chiesto un ricovero psichiatrico, raccontando di essere perseguitato da immagini, odori e rumori legati alla guerra. Ma il ricovero non fu autorizzato.

La gravità della situazione ha spinto nove membri del Comitato per gli Affari Esteri e la Difesa della Knesset a inviare una richiesta formale al presidente Yuli Edelstein per l’apertura di un’indagine immediata. L’iniziativa, guidata dalla parlamentare laburista Merav Michaeli, denuncia anche la mancanza di trasparenza da parte dell’Idf, che si sarebbe rifiutata di diffondere i dati aggiornati nonostante le richieste ufficiali.

La lettera inviata al Comitato parla di 38 suicidi registrati tra il 2023 e il 2024, e ben 21 solo da gennaio 2025. I casi, secondo le fonti parlamentari, sarebbero aumentati del 70% negli ultimi due mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, coinvolgendo anche le unità d’élite maggiormente esposte al fronte.

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