14 Luglio 2025
Meloni, Merz, von der Leyen, fonte: Wikipedia
Per la questione dei dazi Usa, è prevalsa la linea di Giorgia Meloni e di Friederich Merz: non ci saranno contromisure nei confronti degli Stati Uniti fino all'1 agosto. Ursula von der Leyen ha infatti dichiarato: "Dobbiamo negoziare, ma un pacchetto di sanzioni è pronto".
È quindi passata la linea italo-tedesca per quanto riguarda la reazione ai dazi del 30% imposti all'Unione Europea da Donald Trump. La premier Meloni e il cancelliere Merz si sono sempre pronunciati, infatti, per la cautela e la negoziazione con il tycoon, noto come deal-maker.
Meloni e Merz hanno sostenuto, infatti, l'importanza di continuare ad avere un dialogo senza ritorsioni con Trump, così da poter trovare un accordo vantaggioso per entrambe le parti.
Domenica 13 luglio si è tenuta la riunione degli ambasciatori permanenti dei 27 Stati membri dell'Unione Europea, il Coreper, convocati dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per "svolgere una ricognizione sul campo".
Dal summit di Bruxelles, è emersa l'approvazione da parte del Coreper nei confronti della linea della negoziazione e della cautela di Meloni e Merz. Von der Leyen ha quindi sposato questa strategia, annunciando la "sospensione delle contromisure nei confronti degli Stati Uniti fino all'1 agosto".
Ha poi dichiarato: "Abbiamo sempre detto che preferiamo una soluzione negoziata con gli Usa e questo rimane valido, ma possiamo rispondere con contromisure, se necessario". Il danno stimato nei confronti dell'Unione Europea sarebbe di circa 35 miliardi di euro, nel caso in cui i dazi contro l'Europa entrassero effettivamente in vigore.
Il pacchetto di contromisure che von der Leyen ha prorogato ammonterebbe a circa 21 miliardi di euro.
"Le sanzioni da parte nostra non arriveranno prima dell'1 agosto, perché vogliamo usare le prossime due settimane e mezzo per risolvere la situazione", ha dichiarato il cancelliere Merz. Per Meloni stesso parere: "Cerchiamo una soluzione concordata fino all'ultimo giorno utile, evitiamo escalation commerciale".
La volontà di negoziare con Donald Trump quindi per ora prevale, con la consapevolezza che il tycoon sia un deal-maker, pronto a fare accordi per migliorare le condizioni finanziare ed economiche a stelle e strisce.
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