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"Gaza Riviera", coinvolgimento del Tony Blair Institute sul folle, scandaloso e disumano progetto immobiliare per la Striscia

Il piano è stato sviluppato da un gruppo di imprenditori israeliani con il supporto di consulenti della Boston Consulting Group (BCG) e la partecipazione di membri dello staff del Tony Blair Institute

08 Luglio 2025

"Gaza Riviera", coinvolgimento del Tony Blair Institute sul folle, scandaloso e disumano progetto immobiliare per la Striscia

Tony Blair, fonte: imagoeconomica

Incredibile: l'inchiesta del Financial Times rivela il coinvolgimento dell'istituto dell'ex premier britannico in un piano per trasformare Gaza nella "Riviera di Trump". Una nuova esplosiva inchiesta del Financial Times ha rivelato che il Tony Blair Institute for Global Change ha partecipato allo sviluppo di un assurdo progetto post-bellico per Gaza, che prevedeva la trasformazione dell'enclave palestinese distrutta da due anni di continui bombardamenti israeliani in un hub turistico e commerciale soprannominato "Gaza Riviera" o "Trump Riviera".

  • Il progetto "Great Trust": Un piano per cancellare Gaza

Il piano, denominato "The Great Trust: from a demolished iranian proxy to a prosperous abrahamic ally" (dove "Great" sta per "Gaza Reconstruction, Economic Acceleration and Transformation"), è stato sviluppato da un gruppo di imprenditori israeliani con il supporto di consulenti della Boston Consulting Group (BCG) e la partecipazione di membri dello staff del Tony Blair Institute.

Secondo i documenti esaminati dal Financial Times, il progetto prevede una ristrutturazione radicale di Gaza che include:

  • "Trump Riviera & Islands": resort di classe mondiale lungo la costa e su isole artificiali simili alle Palm Islands di Dubai
  • "Elon Musk Smart Manufacturing Zone": Una moderna zona industriale basata sull'intelligenza artificiale al confine tra Gaza e Israele dove le aziende automobilistiche statunitensi costruirebbero auto elettriche per l'esportazione in Europa
  • Autostrade "MBS Ring" e "MBZ Central": denominate in onore dei leader di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti
  • Porto commerciale profondo: per collegare Gaza al corridoio economico India-Medio Oriente-Europa
  • Zone economiche speciali a bassa tassazione
  • Sistemi blockchain per investimenti immobiliari.

- L'elemento più controverso e scandaloso: il trasferimento forzato della popolazione. L'aspetto più scioccante di tale folle e disumano progetto riguarda il destino dei palestinesi. Il piano della BCG prevede (ne parlo al singolare dato che non è assolutamente detto che sia decaduto, una volta scoperto) infatti di pagare circa 9.000 dollari a ciascuno di 500.000 palestinesi (poco più di un quarto della popolazione di Gaza) per convincerli a lasciare "volontariamente" l'enclave, con la maggior parte di loro che non farebbe mai ritorno. Il modello finanziario stimerebbe che il costo dell'espulsione forzata dei palestinesi sarebbe più economico di ben 23.000 dollari per persona rispetto ai previsti costi di supporto da dover spendere nel corso della ricostruzione di quanto distrutto da Israele nella Striscia di Gaza. Una cinica e spregevole considerazione che ha suscitato indignazione internazionale.

- Il coinvolgimento del Tony Blair Institute

Nonostante le iniziali smentite categoriche, l'inchiesta del Financial Times ha rivelato che:

- Due membri dello staff del TBI hanno partecipato attivamente a gruppi di messaggistica e chiamate per lo sviluppo del progetto

- È stato redatto un documento interno del TBI intitolato "Gaza Economic Blueprint" che è stato condiviso all'interno del gruppo di progetto

- Il documento del TBI proponeva isole artificiali al largo della costa, sistemi commerciali basati su blockchain (una tecnologia che permette di creare un registro digitale condiviso e decentralizzato di informazioni, dove i dati sono organizzati in blocchi collegati tra loro in modo cronologico e sicuro. Questa struttura rende le informazioni registrate molto difficili da modificare o cancellare, garantendo trasparenza e immutabilità), un porto in acque profonde e zone economiche speciali a bassa tassazione.

Significativamente, a differenza del piano degli imprenditori israeliani, il documento del TBI non suggeriva esplicitamente la ricollocazione dei palestinesi, ma descriveva la guerra come un'opportunità unica per "ricostruire Gaza dai primi principi... come una società sicura, moderna e prospera".

  • Boston Consulting Group: Licenziamenti e scandali

La Boston Consulting Group, che aveva sviluppato i modelli finanziari per il progetto, è finita al centro di un grave scandalo: due partner-dirigenti sono stati licenziati, per aver condotto lavori non autorizzati relativamente alla Striscia di Gaza; il CEO Christoph Schweizer si è scusato pubblicamente con il personale ammettendo "fallimenti di processo", la società ha ritirato il suo team da Tel Aviv e interrotto ogni collaborazione con la Gaza Humanitarian Foundation ed infine la BCG, che aveva precedentemente negato ogni coinvolgimento, ha poi dovuto ammettere a denti stretti che i partner avevano violato le direttive aziendali.

  • La Gaza Humanitarian Foundation: Un'operazione controversa

Il progetto di cui sopra sembrerebbe essere collegato alla controversa e molto discussa Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un'organizzazione sostenuta da Stati Uniti e Israele che ha sostituito le operazioni umanitarie delle Nazioni Unite nella Striscia di Gaza. La GHF è stata pesantemente criticata perché:

  • Oltre 700 palestinesi sono stati uccisi nei pressi dei siti di distribuzione degli aiuti
  • Ha militarizzato la distribuzione degli aiuti utilizzando contractors di sicurezza privati statunitensi
  • Ha ridotto i precedenti 400 punti di distribuzione di aiuti umanitari ONU a soli 4 siti militarizzati
  • È stata accusata di facilitare gli obiettivi di guerra israeliani piuttosto che fornire aiuti umanitari neutri.
  • Reazioni internazionali e accuse di pulizia etnica

Il progetto "Gaza Riviera" è stato ampiamente condannato dalla comunità internazionale: le Nazioni Unite hanno rifiutato di partecipare, citando violazioni dei principi umanitari, oltre 170 ONG hanno chiesto la chiusura della Gaza Humanitarian Foundation, soprattutto moltissimi commentatori hanno descritto il piano come "pulizia etnica" e una spregevole e cinica forma di "colonialismo immobiliare". Il parlamentare britannico Andrew Feinstein ha poi definito il progetto "il punto più basso raggiunto da Tony Blair, accusandolo di progettare "una riviera sui campi di sterminio di Gaza".

  • I precedenti controversi di Tony Blair

Il problema è che questa non è la prima volta che Blair e il suo istituto finiscono sotto accusa per attività quantomeno discutibili e controverse:

- Blair, che ha l'incarico di "patrono onorario del Jewish National Fund britannico", ha donato 1 milione di sterline a quella che ha descritto come "la più grande milizia di Israele"

- Il TBI avrebbe ricevuto denaro da un truffatore finanziario collegato agli insediamenti israeliani illegali

- Nel 2018, Blair ha firmato un accordo da 9 milioni di sterline con il governo saudita

- Il TBI avrebbe ricevuto oltre 52 milioni di sterline dalla fondazione di Larry Ellison (Oracle) nel 2023.

- Un piano che rivela strategie più ampie

L'inchiesta del Financial Times rivela come dietro la facciata degli aiuti umanitari si nasconda un progetto più ampio di ristrutturazione geopolitica ed economica del Medio Oriente. Il piano "Gaza Riviera" non è solo un progetto immobiliare, ma rappresenta un modello di sviluppo che:

*Cancella la presenza palestinese da Gaza attraverso incentivi economici e pressioni

*Trasforma la terra palestinese in un hub commerciale controllato da interessi israeliani e internazionali

*Utilizza il capitalismo immobiliare come strumento di pulizia etnica

*Militarizza gli aiuti umanitari per raggiungere obiettivi geopolitici.

Il coinvolgimento di figure come Tony Blair e istituzioni come la Boston Consulting Group dimostra come il complesso politico-economico internazionale stia attivamente partecipando a quello che molti osservatori definiscono un progetto di cancellazione della Palestina.

Quel che è davvero estremamente grave e preoccupante è che mentre Gaza continua a essere devastata dalle bombe israeliane, con oltre 56.000 palestinesi uccisi (di cui ventimila bambini) secondo il Ministero della Salute di Gaza, progetti come la "Trump Riviera" rivelano che alcuni attori internazionali vedono nella distruzione totale non una tragedia da fermare ma bensì una opportunità irripetibile per ridisegnare la geografia e la demografia del Medio Oriente secondo i propri interessi.

Abbiamo perso ogni forma di umanità e non da oggi, ma oggi, nel 2025, con la terribile devastazione della Striscia di Gaza (alla quale sta seguendo anche la devastazione della Cisgiordania) è caduta anche la maschera la quale, cadendo, ci mostra il volto macabro e terribilmente inquietante della affaristica comunità internazionale sempre più indaffarata, pronta e disponibile a passare anche sul corpo delle proprie madri pur di mettere le mani su un altro pacco di miliardi, "scordando che poi infine tutti avremo, due metri di terreno" (Francesco Guccini).

Di Eugenio Cardi

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