05 Giugno 2025
Ilaria Salis, fonte: imagoeconomica
Ilaria Salis verso la revoca immunità da europarlamentare per lesioni aggravate su due manifestanti ungheresi. Il 24 giugno è previsto il voto da parte della Commissione Juri e l’assemblea plenaria dell’Europarlamento chiamate a decidere sulla richiesta ungherese. Intanto lei mette le mani avanti: "È una persecuzione politica".
L'europarlamentare Ilaria Salis, eletta con Avs, va verso la revoca dell'immunità da europarlamentare dopo la richiesta ungherese. Durante una riunione in cui la commissione Juri del parlamento europeo si è riunita per discutere sul suo caso, il relatore della sua pratica, lo spagnolo Vasquez Lazara del Partito popolare europeo, ha annunciato che chiederà la revoca dell'immunità in quanto non sussistono gli estremi per mantenerla.
L'eventuale revoca non comporterebbe la decadenza dalla carica, bensì la possibilità di riprendere il processo a suo carico: Ilaria Salis è accusata di lesioni aggravate verso due manifestanti ungheresi che partecipavano al Giorno dell'onore, un raduno che si svolge ogni anno nella capitale per ricordare i soldati ungheresi e tedeschi uccisi durante l'assedio di Budapest nella Seconda guerra mondiale. Per entrambi i manifestanti era stata accertata una prognosi da 5 a 8 giorni.
Nella prossima seduta, Lazara presenterà un report che includerà alcune opzioni, con una generale riserva di controllare come andrà il processo nei suoi confronti. La 39enne ha già messo le mani avanti parlando di una presunta persecuzione politica: "L’Europa deve scegliere da che parte stare. Secondo alcune testate, il relatore del mio caso in Commissione Affari Giuridici avrebbe manifestato l’intenzione di accogliere la richiesta ungherese di revoca della mia immunità parlamentare", ha scritto su X.
Infine: "Se così fosse, verrei esposta a una persecuzione politica certa e spietata. Rischierei di tornare in fondo a quel maledetto pozzo in cui, per mesi, sono stata rinchiusa ingiustamente, in violazione dei più basilari diritti fondamentali. Una persecuzione tanto più accanita oggi, dopo mesi in cui ho esercitato il mio mandato di eurodeputata senza mai arretrare nella denuncia del regime di Orbán".
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