12 Maggio 2025
Putin, fonte: imagoeconomica
La Russia respinge "l'ultimatum" sul cessate il fuoco di 30 giorni, proposto sabato dai "volenterosi" a Kiev. Macron, Tusk, Starmer e Merz (la premier Meloni era in collegamento video) si sono recati nella capitale ucraina il 10 maggio per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky e avanzare la proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni, promettendo "sanzioni dure" a Mosca in caso di rifiuto. Oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov fa sapere che quella proposta, condita dalla minaccia delle sanzioni, è stata prontamente rifiutata dal presidente Vladimir Putin: "Non accettiamo ultimatum sulla tregua" ha riferito Peskov. Intanto Zelensky invita lo zar in Turchia per dei colloqui di pace diretti.
Il portavoce del Cremlino si è espresso così sulla proposta dei "volenterosi" riuniti a Kiev: "Il linguaggio degli ultimatum non è accettabile per la Russia, non è appropriato, non si può parlare alla Russia in questo modo". Per il Cremlino non è accettabile la minaccia di pesanti sanzioni in caso di rifiuto dell'accordo sul cessate il fuoco di 30 giorni. Dmitry Peskov ha poi ribadito le parole di Vladimir Putin nel momento in cui ha presentato la proposta di negoziati diretti tra Mosca e Kiev: secondo lo zar la Russia ricerca "una soluzione pacifica di lungo periodo". Questa proposta inoltre sarebbe sostenuta dai Paesi alleati di Mosca, tra cui alcuni membri dei BRICS: "La proposta di negoziati ha il sostegno dei leader di molti Paesi, tra cui i Paesi Brics", così ha riportato Peskov. Tra i sostenitori c'è anche la Cina dell'alleato Xi Jinping, tornato a Pechino il 10 maggio dopo 4 giorni in visita a Mosca in occasione del Giorno della Vittoria.
Il portavoce Peskov ha inoltre sottolineato come anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump abbia chiesto all'Ucraina di sedersi al tavolo con Mosca per trattare una pace "immediatamente".
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